Cronaca

Singh morto a Latina, il titolare gli dà la colpa: “Ha fatto di testa sua”. Indagati il figlio e un indiano. Presenti all’incidente oltre 10 persone

“Mio figlio aveva detto al lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo”. Il “lavoratore” è Satnam Singh, 31 anni, indiano, morto ieri all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio nell’azienda agricola in cui lavorava, a Borgo Santa Maria, frazione di Latina. A parlare, in un’intervista al Tg1, è Renzo Lovato, padre del titolare dell’azienda: “Il dispiacere che c’è è che è morto un ragazzo e purtroppo è morto sul lavoro, cosa che non dovrebbe mai succedere”. E’ stata, ha aggiunto l’uomo, “una leggerezza che è costata cara a tutti“.

Antonello, 37 anni, figlio di Renzo e co-titolare dell’azienda, è indagato dalla procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo. Sarebbe stato lui a mettere Satnam e la moglie, che lavora nella stessa azienda, sul furgone e a scaricarli davanti alla loro abitazione, lasciando l’arto staccato su una cassetta della frutta. Né nelle domande né nelle risposte dell’intervista del Tg1 si fa minimamente cenno a questo fatto.

Sul registro degli indagati c’è anche un secondo nome, quello di una lavoratore indiano che era alla guida del furgone che ha scaricato Singh a casa. Gli investigatori stanno cercando il presunto “caporale”. Dalla prima ricostruzione, pare che la vittima lavorasse in nero nell’azienda di Strada del Passo insieme a un’altra persona e a due dipendenti regolari. L’imprenditore ha raccontato ai pm di aver chiamato “un aiuto” per la raccolta dei cocomeri nel suo appezzamento di 4 ettari e di aver portato la vittima sotto casa su sua richiesta. Ma i carabinieri sospettano che al momento dell’incidente fossero presenti altri operai senza un regolare contratto di lavoro.

“L’incarico a svolgere le indagini sull’accaduto è stato affidato ai carabinieri della territoriale – ha detto Paolo Pennesi, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro -, con i carabinieri del nostro Nucleo ispettorato del lavoro li che aiutano nello svolgimento. Io ho notizie dalla direttrice dell’ispettorato territoriale che ho sentito anche poco fa. C’erano 4 persone al lavoro nell’azienda: due regolari e due irregolari. I due irregolari erano Satnam Singh e la moglie”. In realtà in quel momento, a quanto risulta al Fatto, nell’azienda erano presenti 8 braccianti indiani e alcuni lavoratori romeni.

Secondo le prime ricostruzioni, nessuno in azienda avrebbe chiamato i soccorsi per almeno due ore, forse fatali. Soltanto dopo che il 31enne era stato scaricato, agonizzante, davanti a casa i familiari sono intervenuti e hanno potuto chiamare aiuto. I paramedici del 118 hanno affidato il 31enne a un’eliambulanza e l’uomo è stato trasportato d’urgenza al San Camillo, dove ieri pomeriggio è morto. L’autopsia si svolgerà domani.

“Ho visto l’incidente – ha raccontato Sony, moglie di Satnam, a La Repubblica – ho implorato il padrone di portarlo in ospedale, ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha messo davanti a tutto la sua azienda agricola. Il padrone ha preso i nostri telefoni per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci anche la possibilità di chiamare i soccorsi“. Questa mattina la donna, ancora in stato di choc, si è sentita male ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza.

Sempre in mattinata, si è tenuta una manifestazione della Fai Cisl davanti alla prefettura di Latina, alla quale erano presenti il segretario generale del sindacato pontino e quello della Fai Cisl Islam Kotb. Anche l’Assemblea Capitolina, a Roma, ha osservato un minuto di silenzio.

Intanto, dopo due giorni di silenzio, sulla vicenda ha fatto sentire la propria voce il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Esprimo il mio cordoglio per la morte del bracciante indiano deceduto dopo essere rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro e abbandonato senza che nessuno gli prestasse soccorso. Il governo Meloni è in prima linea su tutti i fronti per contrastare qualunque forma di sfruttamento sul lavoro. Siamo di fronte a una tragedia che non ci può lasciare indifferenti e sulla quale andrà fatta piena luce. Con il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio continuiamo a lavorare in modo concreto contro chi elude la legge e non ha rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. In Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole. Tolleranza zero”.