Ho letto con attenzione gli 8 articoli del decreto legge del 7 giugno 2024 numero 73 su “Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”. Il nulla cosmico.

Ma andiamo con ordine estrapolando le parole salienti scritte partendo dall’articolo 1: “È istituita la Piattaforma nazionale delle liste di attesa, di cui si avvale il Ministero della salute, finalizzata a realizzare l’interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma”. Un’altra piattaforma, che sfrutta anche l’intelligenza artificiale, perché quella umana non riesce ad arrivare oltre. O almeno quella dei politici.

All’articolo 2 viene istituito un “Organismo” che ha il compito di vigilare e svolgere verifiche. Ovviamente prevede nuove assunzioni nel ministero con spese aggiuntive dettagliate. Mica spiccioli!

All’articolo 3, punto 10, si conferma ciò che già dovrebbe esistere: la rimborsabilità di prestazioni private compensatorie se la lista di attesa pubblica non viene garantita nei tempi. Ma si contraddice al punto 12 dove scrive “non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”!

All’articolo 4 si scrive che “le visite diagnostiche e specialistiche sono effettuate anche nei giorni di sabato e domenica e la fascia oraria per l’erogazione di tali prestazioni può essere prolungata”.

All’articolo 5 si prevede un incremento della spesa sanitaria, sempre che il ministero dell’Economia non sia contrario!

Dell’articolo 6 preferisco non parlare. Direi parolacce.

All’articolo 7 si legge dei centinaia di milioni da erogare agli operatori sanitari nell’anno in corso e nei prossimi.

L’articolo 8 dice solo che il decreto entrerà in vigore solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta e il passaggio alle Camere per la conversione. Speriamo che qualcuno ci ripensi. Speriamo che l’opposizione faccia una opposizione seria e costruttiva. Partendo da due cose inconfutabili: la mancanza di medici e infermieri.

Secondo i dati dell’Ocse del 2023 in Italia ci sono circa 4 medici per 1.000 abitanti, un dato leggermente inferiore a quello della Germania che si attesta a 4,6 medici per 1.000 abitanti. Sempre dati Ocse 2023 stimano nel nostro Paese 6,3 infermieri per 1.000 abitanti; la Germania conta invece 12 infermieri per lo stesso numero di abitanti.

Fermo restando che per ridurre le liste di attesa occorre prima ricostruire la medicina del territorio che faccia il primo filtro secondo criteri di appropriatezza di visite ed esami riducendo, semplicemente tornando a visitare, quelle inutili, io credo che per affrontare realmente il problema delle liste di attesa non occorra un nuovo “organismo” amministrativo costoso o pagare maggiormente medici o infermieri carenti che non possono aumentare le loro ore di lavoro a scapito della sicurezza della diagnosi.

Ci resta un solo modo che dico da anni inascoltato. Le strutture pubbliche e private accreditate fanno il piacere di sospendere qualunque attività privata (visite, esami ed interventi) a qualunque livello finché le liste di attesa non rispettano i tempi massimi che le società specialistiche di riferimento intendono adeguati. Ma il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Ministro della Salute e tutti i derivati che hanno posto la loro firma a questo ennesimo decreto inutile sono a conoscenza che nel periodo più buio 2020-2022 ospedali pubblici e privati accreditati hanno eseguito interventi di cataratta privati? Io ho ricevuto solo tre risposte che vi pubblico con centinaia di interventi assolutamente non urgenti!

Signor Ministro, perché non ci dice lei quante cataratte private sono state eseguite in tutte le strutture pubbliche o private accreditate in tutta Italia? La aiuto. Digiti sul suo computer del ministero il codice DRG diagnostico per la cataratta 36610 e le procedure chirurgiche 1341 e 1371 di riferimento.

Non serve un nuovo “Organismo”. Servono solo quelle cose che ormai ci avete frantumato. Scusi l’inappropriatezza!

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