La città di Essen si arrende: la Afd terrà il suo congresso federale nella Grugahalle dal 28 al 30 giugno. Inizialmente l’amministrazione aveva ingaggiato un braccio di ferro per impedire l’evento: dopo che il tribunale amministrativo di Gelsenkirchen le ha dato torto, ha deciso di non fare ricorso in appello. L’ente fiera all’inizio di giugno aveva denunciato il contratto con il partito di ultradestra perché esso rifiutava di sottoscrivere delle clausole aggiuntive successive alla stipula del contratto di locazione, con le quali si sarebbe dovuto impegnare ad impedire la pronuncia di frasi contrarie alla Costituzione durante il corso dei lavori. Con queste aggiunte l’amministrazione cittadina intendeva scongiurare a priori che il congresso funga da proscenio per slogan di istigazione all’odio. Gli stessi capannoni della fiera di Essen – città dell’Ovest del Paese – avevano già ospitato il congresso della Alternative für Deutschland del 2015 che vide l’uscita di scena del suo fondatore Bernd Lucke e l’affermazione di Frauke Petry e Jorg Meüthen, che poi sono stati a loro volta scalzati, spostando il partito su posizioni ancora più radicali.

La direzione della AfD ha impugnato la disdetta dei dirigenti della fiera e sostenuto che le aggiunte contrattuali fossero contrarie al diritto; ribadendo al contempo che è comunque nel proprio ovvio interesse che durante i lavori non vengano commessi reati. D’altronde, come ha sottolineato Peter Boehringer (AfD, divenuto noto anni fa per alcuni insulti a Angela Merkel in una conversazione email), è “impossibile controllare ogni esternazione in un congresso con oltre 1.800 partecipanti”. Il sindaco di Essen Thomas Kufen (Cdu), sentiti i gruppi politici, ha convenuto che non ci sono possibilità concrete che la decisione della magistratura amministrativa possa essere sconfessata in appello.

Intanto però la cittadinanza si organizza: 282 associazioni e 2411 persone hanno siglato un appello contro l’avanzata dell’estrema destra; aderiscono tra gli altri il sindacato Ver.Di e DGB, nonché diverse sezioni dei gruppi Attac, Friday for future, Omas gegen Rechts e dei partiti Die Linke, Verdi e Spd. Alle proteste al motto “Diciamo insieme Alt!” contro la presenza della AfD in città la polizia prevede prenderanno parte diverse decine di migliaia di dimostranti.

Ma anche all’interno del padiglione fieristico non ci si aspetta che sarà tutto pacifico. All’ordine del giorno del Congresso non c’è solo la rielezione della direzione del partito, ma anche lo scandalo dei due candidati di punta alle Europee, Maximilan Krah e Petr Bystron accusati di corruzione e riciclaggio in favore di Mosca e Pechino. Alice Weidel e Tino Chrupalla – leader uscenti – non pare abbiano concorrenti, ma devono temere che il partito decida di introdurre nel suo statuto dal 2025 la figura di un segretario generale unico. Un dibattito, che seppure lanciato inizialmente pure dalla stessa Weidel, giungerebbe ora infelicemente nella discussione sugli scandali.

Il network Rnd racconta che il gruppo del Nord-Reno Vestfalia chiederà che in futuro le liste europee siano discusse prima con le delegazioni regionali. L’ala bavarese intenderebbe discutere la solidarietà al tandem Bystron-Krah ancora prima della votazione della nuova dirigenza, promuovendo anche il rientro a Bruxelles nel gruppo Id con il Rassemblement National, da cui Marine Le Pen ha dettato l’esclusione perché Krah aveva relativizzato il ruolo delle SS. Trapela tuttavia anche che il capo di AfD in Assia Robert Lambrou presenterà una mozione che sanzioni viaggi all’estero ed interviste con media stranieri che non siano prima approvati. Il riferimento è – come ricostruisce Rnd – al viaggio di tre membri del partito come osservatori alle elezioni in Russia, quelli di Bystron in Bielorussia e Serbia, o l’intervista di Krah a media cinesi, o ancora del vicecapo di AfD in Sassonia Hans-Thomas Tillschneider alla tv russa. Il partito intenderebbe poi ribadire la simpatia per Mosca e Pechino, su cui si confronteranno due mozioni, una completamente acritica sostenuta anche dal radicale capo della Turingia Björn Höcke e dal presidente onorario Alexander Gauland, ed una solo leggermente distaccata di Alice Weidel che censurerebbe l’aggressione all’Ucraina sottolineando però che sarebbe la politica di diversi Stati europei ad aver promosso l’escalation e parimenti ambirebbe ad un’emancipazione dagli Usa e rafforzamento del partenariato con la Cina, seppur con garanzie per le industrie chiave nazionali.

In esito all’elezione di Petr Bystron al Parlamento europeo la Procura Generale di Monaco dovrà sospendere le indagini nei suoi confronti. Perquisizioni hanno però già portato al sequestro di somme di denaro e documenti relativi a depositi d’oro ed appartamenti di lusso a Bruxelles. Un’inchiesta della Wdr e Sz ha sollevato poi dubbi su flussi di denaro in un’azienda della sua famiglia ed un’altra parallela della Swr denunciato la sospetta contiguità della AfD ad un giornalista e blogger ritenuto vicino a Putin. Il numero due delle liste europee di AfD ha sempre respinto recisamente le accuse, come “insensate”.

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