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“Mia figlia di 7 anni ha preso un aereo da sola per la prima volta. Prima di farlo era emozionata ma quello che le è successo l’ha fatta piangere”: il racconto virale sui social

La mamma ha raccontato sui social che la bambina "è scesa dall'aereo piangendo a dirotto"

di F. Q.

Charlie, 7 anni, era molto emozionata all’idea di dover prendere una aereo da sola. La mamma, Chey Gurner, sui social racconta questo ma racconta anche che il viaggio si sia rivelato un’esperienza molto traumatica per la bimba. Cosa è accaduto? Lo racconta il Daily Mail: l’assistente di volo che avrebbe dovuto prendersi cura della bambina l’ha invece trattata male. La mamma, furiosa, chiede ora risposte mentre la compagnia aerea Virgin Australia ha avviato un’indagine sulla vicenda. “È scesa dal volo piangendo a dirotto”, ha spiegato la donna. La bimba sarebbe stata snobbata durante tutto il volo ma non solo: quando ha provato ad alzarsi per sgranchirsi le gambe e andare in bagno, l’assistente di volo le avrebbe detto “non puoi andare, siediti”. Charlie si è poi rovesciata addosso una discreta quantità del suo drink ma l’assistente di volo, invece di aiutarla, l’avrebbe guardata male e si sarebbe allontanata. “Mia figlia mi ha detto: ‘Mamma, doveva aiutarmi. È stata così scortese. Non voglio più volare da sola’”, le parole della mamma alla quale la bimba ha detto di non essere mai stata considerata durante il volo.

Gurner ha provato diverse volte a contattare la compagnia aerea: “Ho telefonato a Virgin Australia e ho chiesto di parlare con qualcuno con urgenza. Mi è stato detto che non potevo parlare con qualcuno al telefono e che dovevo inviare un’e-mail. L’ho fatto. Ho poi scritto sulla pagina Facebook, come suggerito sempre da loro, ma mi hanno detto che dovevo inviare un’altra richiesta di informazioni tramite il loro sito web, cosa che ho fatto. Dopo aver chiesto di essere contattata con urgenza, mi è stato detto che devo aspettare almeno 10 giorni lavorativi per avere una risposta. Va specificato che per un minore non accompagnato si paga un supplemento per avere un servizio di assistenza”, ha spiegato Gurner. I ribalzi sono proseguiti fino a che un responsabile della Virgin Australia le ha detto che, se voleva porre la questione, doveva andare al quartier generale di Melbourne: “Mia figlia vuole solo delle scuse, qualcuno che si scusi per averla fatta sentire come si è sentita. Tutto quello che voglio io è che questa assistente di volo sia consapevole del suo comportamento disgustoso e che non le venga mai data la possibilità di fare questo a un altro bambino”.

Il racconto di Gurher ha fatto arrabbiare altri assistenti di volo che hanno commentato sui social: “Mi dispiace molto che sia successo alla tua ragazza”, “I minori non accompagnati sono sicuramente il nostro carico più prezioso a bordo e dovrebbero essere trattati con tanto amore e cura, viaggiare da soli è così emozionante e coraggioso! L’equipaggio deve dare la priorità a questo . Non ci sono scuse. Mando un abbraccio a te e alla tua famiglia”. Un portavoce di Virgin Australia – dopo che la questione è diventata virale sui social – ha dichiarato che la compagnia aerea sta “indagando attivamente sulla questione”.

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