Il governo e la sua maggioranza attentano al cuore della Costituzione. Il Parlamento approva il premierato, tanto caro a Fratelli d’Italia, e l’autonomia differenziata, ostinatamente voluta dalla Lega. Il governo aveva già approvato il disegno di legge vendetta contro la magistratura come desiderato da Forza Italia.

Il premierato colpisce al cuore la centralità parlamentare, voluta dai costituenti per dare forza al popolo attraverso i suoi rappresentanti con leggi elettorali che avrebbero dovuto garantire pluralismo politico e governabilità. Le destre danno un colpo mortale al Parlamento dopo che negli anni un po’ tutti i governi e le varie maggioranze si sono divertite con il tiro al bersaglio: leggi elettorali indegne ed incostituzionali che servono solo per garantire il potere a capi partito e capi corrente; l’abuso illegittimo della decretazione d’urgenza e dei voti di fiducia; la riduzione dei parlamentari. Il Parlamento svuotato con i parlamentari che alzano la mano come soldatini e l’opposizione che non conta nulla, un’arena trasformata in un ring con uno spettacolo non di rado disgustoso tra risse e aule vuote.

Con il premierato forte il potere si concentra su poche mani e l’esecutivo diventa sempre più forte e autoritario, non credo però autorevole. Con l’autonomia differenziata si attenta all’unità nazionale, si acuiscono le discriminazioni territoriali, economiche e sociali. I ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. E non con la costruzione di un’autonomia dal basso, perché si affida un potere enorme al centralismo politico-burocratico e non di rado clientelare ed affaristico delle regioni.

Con la riforma della magistratura hanno creato le condizioni solide per la subordinazione del pubblico ministero al governo e la costruzione di magistrati conformisti. Una magistratura muscolare con i deboli, i poveri, i fragili, i dissidenti e i ribelli, sonnacchiosa e inoffensiva con i poteri forti.

L’attacco al cuore della Costituzione avrebbe trovato uno scudo politico e democratico solido se negli ultimi quarant’anni la classe dirigente politica quasi tutta non avesse picconato la Carta nata dalla resistenza al nazifascismo. Hanno modificato in peggio la Costituzione, se pensiamo al pareggio di bilancio e alla modifica del titolo V, l’hanno svuotata con leggi ordinarie riducendo diritti, come quelli sul lavoro, con le norme sull’austerità che hanno consumato macelleria sociale, le leggi sulla magistratura, su armi e guerre, sull’ambiente come sui diritti sociali e civili.

Il disegno eversivo delle destre trova la strada spianata dai traditori della Costituzione che con il loro agire hanno contribuito a creare un sistema ed anche portato alla disaffezione verso la politica toccando per ora il fondo alle ultime Europee in termini di partecipazione al voto.

Oggi non basta sostenere le opposizioni parlamentari, bisogna lavorare perché cresca una opposizione sociale e politica che costruisca anche un’alternativa al sistema. L’obiettivo deve essere fermare le destre, ma anche costruire un’alternativa che abbia nel midollo la questione morale, agisca coraggiosamente in maniera costituzionalmente orientata, cammini su storie individuali e collettive coerenti e credibili, susciti un rinnovato entusiasmo popolare. Nei momenti di crisi grave, e questo lo è, il popolo deve agire e credere nella sua sovranità.

Dobbiamo ricordarci che la Repubblica non sono solo le istituzioni ma tutte e tutti noi ed è un dovere quindi lottare per rimuovere gli ostacoli che hanno impedito dal 1948 ad oggi di attuare tutta la Costituzione. Le destre non si battono sommando i partiti di opposizione (quali poi?) ma costruendo un progetto che metta al centro persone, idee e programmi credibili fondati su onestà, autonomia, competenze, coraggio, amore e passione. Con la volontà si può fare se si mette al centro il bene comune, se invece prevalgono interessi di parte sarà solo una lotta nel sistema e tra il meno peggio.

Per carità meglio l’opposizione di oggi alle destre, ma quello che vediamo in campo non è quello che potrà finalmente cambiare in meglio il destino del nostro paese. Ci vuole altro. Ogni persona faccia la sua parte e si vedrà la luce fuori dal tunnel.

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