Continua la campagna di Italia Nostra in occasione dei 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi in difesa dei luoghi della sua memoria. Questa volta l’Associazione propone il Semaforo di Capo Figari, in Sardegna, un edificio che si trova in un luogo magnifico, in cima ad un alto promontorio della Gallura a 344 metri di altezza, che domina il Golfo Aranci e che per il suo valore naturalistico è stato inserito nei siti Natura 2000 tutelati dall’Europa.
Inaugurato nel 1890, tra il 1930 e il 1932 il fisico lo scelse come parte del ponte radio realizzato l’11 agosto 1932 fra una trasmittente situata a Rocca del Papa, vicino a Roma, e un’apparecchiatura ricevente installata per l’occasione nel semaforo di Figari. Dopo questo momento di fama planetaria, la stazione semaforica continuò a svolgere ancora per poco le sue funzioni, soprattutto come vedetta durante la II Guerra Mondiale, perché gradualmente la tecnologia e la radio soppiantarono il vecchio sistema segnaletico della Regia Marina Militare e il sito fu abbandonato ad un lento degrado. Dal 2006, infine, è passato dalle Forze Armate all’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna. Qui un video di Facebook Semaforo Capo Figari, dove si può ammirare la bellezza del luogo.
Nel dicembre 2018, la Regione Sardegna, nell’ambito del Progetto Orizzonte Fari, lanciò un bando per la concessione a privati di cinque fari e semafori, tra cui quello di Capo Figari (che si compone dell’edificio principale e della Batteria Serra), per il loro recupero e la valorizzazione. Alla situazione dei fari della Sardegna e alle criticità del loro stato di conservazione, Italia Nostra ha dedicato un Focus nella Campagna Virtuale dei Beni in Pericolo del 2020, in pieno Covid, elencando tutti quelli inseriti nel bando regionale, cioè: la Stazione segnali di Capo Sperone a Sant’Antioco; la Stazione di vedetta di Marginetto alla Maddalena; la Stazione semaforica di Capo Ferro ad Arzachena; e la Stazione segnali di Punta Falcone di Santa Teresa di Gallura.
Intanto, a vincere il bando per Capo Figari fu una società di Cagliari, la New Fari Srl, che già aveva in portafoglio un certo numero di fari, tra cui il Nuovo Semaforo di Portofino, il Faro della Guardia a Ponza e l’Isola di San Secondo a Venezia. All’epoca scoppiò una bagarre in Consiglio Comunale a Golfo Aranci sulla opportunità di dare in concessione ad un privato un bene di così rilevante valore culturale, storico e naturalistico, ma la concessione era ormai stata assegnata per una durata di 50 anni e un canone annuo pari a 35.000 €. È tuttora in corso l’iter autorizzativo degli interventi proposti dal concessionario che, come descritto sul suo sito della New Fari, “prevedono l’organizzazione della struttura in due blocchi: il Semaforo, costituito da 6 suite, sala da tè, cantina, terrazza, vasche idromassaggio, mediateca digitale; la Batteria Serra, che prevede 2 suite, area benessere/spa ed eventi e una piscina emozionale”.
Poco meno di un anno fa, Italia Nostra ha inviato alla Regione Sardegna una richiesta di annullamento della gara di affidamento in concessione, ravvisando nel provvedimento possibili atti viziati da illegittimità di carattere formale e sostanziale. L’associazione contesta la destinazione ad albergo di lusso di un insieme di manufatti vincolati ex art. 10 del Codice dei Beni Culturali, che di fatto tutela la fruizione collettiva del bene, ed ex art 102, che di contro obbliga gli enti pubblici proprietari a garantire l’accessibilità collettiva, ancorché il bene possa essere dato in concessione. Di fatto, l’affidamento in concessione pare limitarsi a una mera messa a reddito delle strutture e quindi all’alienazione del bene e alla sua radicale trasformazione in qualcosa che ne nega il valore culturale, equiparandolo a tanti altri alberghi di lusso presenti in Costa Smeralda, dei “non luoghi” di un consumismo elitario, contrari alla funzione educativa del patrimonio culturale e ai principi della Convenzione di Faro.
Altrettanto grave è il contrasto degli atti di affidamento in concessione con il Piano di Gestione del 2014 del sito Natura 2000 (SIC ITB01009 e ZPS ITB013018 di Capo Figari e isola di Figarolo), redatto dall’Ente Gestore del sito, cioè dal Comune di Golfo Aranci, che stabilisce un programma di recupero statico e architettonico del vecchio Semaforo che ne mantiene inalterate le caratteristiche originarie, destinandolo a centro culturale e di accoglienza dei visitatori. Da notare che l’unico intervento ammissibile e in sintonia con i dettami del Codice dei Beni culturali è il restauro conservativo e non una ristrutturazione edilizia, con in più una destinazione d’uso incompatibile con la natura culturale del bene. Considerazioni ignorate dal bando di gara: per questo Italia Nostra ha chiesto l’annullamento degli atti in autotutela per l’ente regionale. Il caso è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare e recentemente il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha ribadito che il progetto, proprio perché insiste sul sito Natura 2000, deve essere sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale (VinCa).
La nostra associazione propone che il bene, oltre a centro accoglienza del sito Natura 2000, sia anche destinato alla creazione di un Museo delle Telecomunicazioni, proprio per valorizzare il ruolo fondamentale di questo sito nella storia della conquista delle onde radio da parte dell’umanità, dando spazio e ospitalità alle manifestazioni dell’International Marconi Day.