Ha parlato tre giorni dopo e, tirato in ballo dalle opposizioni, ha deciso di polemizzare. Dal 17 giugno, giorno in cui Satnam Singh è stato abbandonato davanti casa con un braccio tranciato da un macchinario agricolo e ha cominciato a lottare tra la vita e la morte, Francesco Lollobrigida è rimasto in silenzio anche dopo che ieri il 31enne bracciante indiano è morto al San Camillo di Roma. Fino a stamattina, quando il ministro dell’Agricoltura ha espresso “cordoglio” per quanto accaduto a Latina, affermando che “In Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole. Tolleranza zero“.

Le opposizioni lo hanno subito tirato in ballo. “Apprezziamo il cordoglio del ministro Lollobrigida – hanno scritto in una nota congiunta i parlamentari M5s della Commissione Agricoltura di Camera e Senato -, ma non possiamo non sottolineare il silenzio della premier Meloni. Ora il governo deve passare ai fatti: non c’è altro tempo da perdere, dobbiamo fermare le morti di sfruttamento e di caporalato”. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, i segretari generali di Fai, Flai e Uila Onofrio Rota, Giovanni Mininni ed Enrica Mammucari, hanno chiesto un incontro a lui e alla collega al Lavoro Calderone e Lollobrigida ha inviato alle agenzie una lunga e piccata nota.

“Leggiamo in queste ore parole di commozione e denunce giustissime, ma anche le solite strumentalizzazioni di molti che, pur avendo avuto ruoli importanti istituzionalmente e sindacalmente, non hanno fatto molto di utile e pur sapendo, spesso, si sono chiusi in un silenzio complice“, afferma il ministro dell’Agricoltura. “Abbiamo espresso il cordoglio per Satnam Singh, un’altra vittima innocente di un sistema criminale che sfrutta gli esseri umani in nome di un profitto ingiusto – precisa il ministro – come lo abbiamo fatto in ogni occasione e a prescindere dalla nazionalità, una vita umana è andata persa per la mancanza del rispetto delle norme. È necessario, tuttavia, rendere pubblico l’impegno del nostro governo in questi 20 mesi e anche le responsabilità di chi ha fatto poco o nulla in passato per impedire che la situazione degenerasse”. Il ministro quindi annuncia che “nelle prossime ore con la collega Calderone su nostra proposta incontreremo le rappresentanza sindacali e datoriali per fare ancora una volta un passo avanti verso l’obbiettivo di cancellare ogni forma di sfruttamento”.

Lollbrigida è un fiume. Nell’ultimo decreto Agricoltura, ricorda, “ho proposto un ritorno al Masaf di gran parte degli appartenenti all’ex corpo forestale oggi inquadrato nel Cufa dei carabinieri, al fine di rendere più efficace l’azione di contrasto e prevenzione anche per quanto attiene a questo fenomeno. Da chi poteva e non ha fatto abbastanza ci si dovrebbe aspettare pentimento e rispettoso silenzio. Noi non faremo polemica e continueremo a lavorare per risolvere problemi della nostra Italia, primo tra i quali lo sfruttamento del lavoro in ogni ambito”.

Ancora: “Fin dal primo giorno dall’insediamento del governo Meloni abbiamo affrontato l’atavico problema legato allo sfruttamento del lavoro in agricoltura”, fa sapere l’esponente di Fratelli d’Italia, specificando che “il primo decreto che ho firmato riguardava proprio la condizionalità sociale per contrastare, con gli strumenti di competenza del Masaf, un fenomeno vergognoso che da decenni esiste anche nel nostro Paese”.

“Nell’ultimo tavolo del 20 febbraio che ho voluto promuovere a Palazzo Chigi, insieme alla collega Calderone – ricorda Lollobrigida – ho sollevato personalmente la questione di un aggravamento delle sanzioni, delle ‘cooperative senza terrà, della necessità di una collaborazione costante con le forze dell’ordine che, nel frattempo, ho riunito in una cabina di regia per programmare interventi di controllo coordinati ed efficaci”.

E ancora, “sul tema ho partecipato al Cnel ad un incontro sul valore dell’immigrazione regolare e la tutela dei lavoratori proposto dalla Cisl e insieme al segretario Sbarra siamo tornati a trattare un argomento che per entrambi rappresenta una priorità. Insieme a Inail – aggiunge – abbiamo lavorato per aumentare le risorse per la sicurezza sul lavoro in Agricoltura come testimoniano i primi 90 milioni investiti su questo settore, tre volte i fondi precedenti”.

Non ultima “la proposta nel Cda dell’Inps del direttore di Agea Vitale per coordinare i dati e le potenzialità operative superando quanto avvenuto in questi anni di una gestione inefficace proprio sui controlli. Abbiamo aumentato il numero degli ispettori e dei carabinieri ricevendo anche critiche da chi, evidentemente, non ne capisce l’utilità“.

Non aveva ancora letto, perché ancora doveva essere battuta dalle agenzie, la nota di Angelo Bonelli, che gli attribuisce responsabilità specifiche: “Il ministro Lollobrigida afferma che In Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole – attacca il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra -. Tolleranza zero. Purtroppo faccio presente al ministro che non ha ritenuto di dedicare nemmeno un post sui suoi social sulla morte di Satnam e che buona parte dell’agricoltura italiana è sostenuta da braccianti stranieri sfruttati e sottopagati. Il ministro, troppo impegnato a fare post sui ragazzi che non vogliono lavorare o a dichiarare che i poveri mangiano meglio dei ricchi, oggi è muto sulla vergogna di Latina”.

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