Bagarre a Coffee Break (La7) durante l’intervista del conduttore Andrea Pancani all’economista Jeffrey Sachs, professore e direttore Centro di Sviluppo Sostenibile alla Columbia University, nonché uno dei massimi esperti mondiali di sviluppo economico e di lotta alla povertà.
Sachs invoca più volte i negoziati in Ucraina, attaccando duramente la posizione degli Usa e guadagnandosi, come è tradizione da oltre due anni, l’etichetta di “putiniano” da uno degli ospiti in studio, il giornalista Davide Giacalone.
Le scintille in studio esplodono quando viene affrontata la posizione della Ue. Sachs è tranchant: “L’Europa ha un ruolo fondamentale per i negoziati di pace. Basta sedersi a un tavolo con Putin, dirgli che non si accettano tutte le sue proposte ma solo quelle sulla sicurezza reciproca, sul non allargamento della Nato e sulla neutralità dell’Ucraina. Gli Usa invece vogliono soltanto la guerra“.
Giacalone obietta: “La Ue si sedette al tavolo con Putin e l’allora presidente di turno Macron accettò 2 volte questa umiliazione. E 2 volte fu rimbalzato dalla Russia contro un muro”.
Sachs ribatte che non ci fu alcuna umiliazione, aggiungendo che conosce personalmente Macron: “La questione fondamentale è che fino a oggi gli Usa hanno insistito con l’allargamento della Nato all’Ucraina. Nel marzo del 2022 Zelensky e Putin accettarono la pace ma gli Usa respinsero i negoziati“.
“Ma non è vero”, insorge Bonetti, seguita da Giacalone che agitandosi ripete in loop “Falso, fake news”.
“No, sono i fatti nudi e crudi – replica il professore della Columbia – Ed è questo il punto fondamentale. È stato ammesso anche dal capo-negoziatore dell’Ucraina, il quale ha detto pubblicamente che tutta la questione era l’allargamento della Nato”.
“Se, se, vabbè”, borbotta Giacalone.
Sachs continua: “Il segretario generale della Nato Stoltenberg lo ha ammesso, ma gli Usa non vogliono dire la verità e molti leader europei non vogliono ammettere la verità”.
“Non l’ha mai fatto – commenta il giornalista – Ma cosa insegna?”.
“Se l’Ucraina diventerà neutrale, la guerra finirà – ribadisce l’economista, mentre Giacalone continua a borbottare – Questo è il punto fondamentale: negoziare. Bisogna sedersi, capire le preoccupazioni di tutte le parti e raggiungere la pace, invece di continuare questa spirale di escalation voluta da tutti i guerrafondai. Dovete spendere il 2-3% del Pil per la guerra come la Germania che è sul piede di guerra. E questo è positivo per l’Europa? Ma andiamo. Bisogna fermarsi e occuparsi di altri problemi, come i cambiamenti climatici e tutte le altre questioni legate allo sviluppo“.
“Non è accettabile questo”, protesta Bonetti seguita da Giacalone che cede a una risata quasi isterica e ripete più volte “È ridicolo”.
La deputata di Azione definisce “letterale fake news” quella esposta da Sachs e aggiunge: “Ero al governo e quello che è stato detto è totalmente privo di qualsiasi fondamento reale”.
“Non è una fake news”, ribatte Sachs.
“Lei può continuare a dire che siamo dei guerrafondai – replica Bonetti – ma noi siamo uno Stato che ha deciso di sostenere la difesa del popolo ucraino, invaso da un guerrafondaio dittatore che sia chiama Putin, che ha deciso di invadere uno Stato libero per iniziare un’azione espansionistica anche nei confronti dell’Europa”.
“Chi è che ha rovesciato il presidente dell’Ucraina nel 2014? – chiede l’economista – Pensa per caso che gli Usa abbiano svolto un ruolo fondamentale? Ebbene, è così”.
Insorgono Bonetti e Giacalone che urla: “Il professore è il portavoce di Putin, lavora per il Cremlino“.
“Ma certo che no”, ribatte Sachs.
“Ma certo che sì”, insiste Giacalone.
“Ma certo che no, come può dire una cosa del genere? – replica l’economista – Io lavoro per la Columbia University. Dico solo la verità”.
“La sua è la tesi del Cremlino – ripete il giornalista – Ed è una tesi ridicola che offende i ragazzi di piazza Maidan che hanno combattuto per la libertà, quella stessa libertà che lei disprezza perché ne ha troppa”.
Sachs ripete: “Gli Usa hanno rovesciato il presidente ucraino nel 2014 ed è così che è cominciata la guerra. Sappiamo anche che l’Europa negoziò un accordo per le elezioni anticipate. Sono fatti puri e semplici, non è propaganda”.
“È la tesi di Putin”, urla Giacalone.