Le sue dichiarazioni, totalmente prive di riscontro, sulla sedicente Loggia Ungheria hanno provocato un terremoto che ha scosso la procura di Milano, senza contare gli effetti collaterali dovuto al caso dei verbali segretati e diffusi. Oggi per Piero Amara, ex consulente esterno di Eni che ha già patteggiato una condanna per corruzione in atti giudiziari, l’accusa ha chiesto al Tribunale una condanna a 3 anni per aver calunniato l’ex consigliere del Csm, Marco Mancinetti. La richiesta è stata avanzata dal procuratore aggiunto di Pavia applicato nel processo milanese, Stefano Civardi che con la collega Roberta Amadeo sostiene l’accusa.
I due pubblici ministeri hanno proposto inoltre 2 anni e mezzo di reclusione per l’ex collaboratore dell’avvocato siciliano, Giuseppe Calafiore, e per l’imprenditore Fabrizio Centofanti. Per Civardi, “l’orchestrazione della calunnia è stata professionale. È stata apparecchiata come solo sanno fare due tecnici del diritto penale”, Amara e Calafiore, “uniti da amicizia, affari e processi”. Per il pubblico ministero, anche qui, come per le calunnie al centro del caso Loggia Ungheria, di cui la vicenda trattata nel processo in corso è parallela, “si parte da un fatto vero, per accodare un fatto totalmente inventato“.
Sulla presunta loggia Ungheria, di cui avrebbero fatto parte magistrati, alti ufficiali e personaggi pubblici di rilievo, ha indagato la procura di Perugia che ha archiviato e tramesso per competenza le sue dichiarazioni per procedere per calunnia. Ma l’intera vicenda ha dato origine a più procedimenti a Brescia: il processo al pm Paolo Storari (assolto) e Piercamillo Davigo (condannato in appello) per la rivelazione di quei verbali. Un processo in corso per l’aggiunto Fabio e Pasquale, il pm Sergio Spadaro e l’aggiunta Laura Pedio (archiviata), titolare del fascicolo ‘falso complotto’, e uno per Francesco Greco (archiviato) per l’inesistente inerzia a procedere sui verbali di Amara.