Elettriche, Cina e sullo sfondo l’auto. Quella privata che è sempre stata e rimane nel cuore degli italiani. Nonostante tutti problemi, a partire dai costi, è ancora il fulcro della nostra mobilità con un utilizzo quasi quotidiano (lo fanno 3 italiani su 4). Allo stesso tempo si fa strada anche l’offerta cinese, insieme a quella asiatica: prima di acquistare un’auto nuova, è una soluzione che prende in considerazione il 25% degli italiani.

Questi in sintesi i risultati più interessanti emersi dall’indagine annuale sulla mobilità degli italiani condotta da ANIASA (l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità) e Bain & Company, presentata mercoledì sera a Roma. Un’inchiesta condotta nel mese di aprile 2024 su un campione di 1.031 persone. Praticità d’uso e comodità sono alla base delle scelte dei consumatori che nell’auto trovano un strumento flessibile, accessibile e confortevole, a differenza di altri mezzi di trasporto. Flessibilità fondamentale alla luce delle nuove modalità di lavoro, leggi smart working (1,6 giorni di media a settimana).

A questa premessa, però, si aggiunge anche la richiesta di politiche di sostegno economico, ovvero incentivi. Perché oggi acquistare un’auto è un investimento e un calo dei prezzi è auspicato dal 26% del campione. Altrimenti le troppe incertezze sui costi e sul futuro fanno rinviare qualsiasi decisione. L’altro 75% ritiene gli incentivi stessi una condizione necessaria per accedere a veicoli più ecologici e tecnologicamente avanzati. In caso di stop ai sussidi servirebbe un supporto alternativo e continuativo per favorire la transizione verso una mobilità sostenibile.

“L’entrata in vigore dei nuovi eco-incentivi e il quasi contestuale loro esaurimento per le vetture elettriche – ha commentato il Presidente ANIASA Alberto Viano a margine della presentazione – evidenzia come esista anche in Italia una domanda per i veicoli elettrici. Questa chiaramente necessita, come del resto in tutta Europa, di incentivi diretti o fiscali. Ai consumatori e alle aziende servirebbe una nuova e stabile politica fiscale sull’auto che riduca o azzeri il gap rispetto al resto d’Europa sui costi di mobilità. Gli incentivi, così come erogati oggi, hanno sicuramente accelerato la transizione, ma hanno anche creato tensioni temporanee sulla domanda di vetture e poca prevedibilità per i consumatori e gli operatori di mercato”.

Altro punto critico rilevato dal report, è la crescente esitazione verso l’acquisto di auto alla spina. I consumatori sono scoraggiati dalle difficoltà legate alla ricarica (52% del campione) e dalla percezione di scarsa sicurezza (20%) delle vetture elettriche.

Nel contempo, però, cresce la propensione per le auto cinesi e asiatiche, con una propensione salita in un solo anno dal 17% al 25%. Al netto della crescita in termini di qualità e affidabilità da parte dei prodotti cinesi, il fattore che alimenta questa propensione è inevitabilmente il prezzo competitivo (per il 29% del campione) che, a fronte di una crescita dei listini trasforma l’offerta cinese in un’alternativa più senza compromettere significativamente la qualità (apprezzata dal 36% di chi considera i prodotti cinesi).

Nonostante i progressi, il 75% del campione non sceglie auto asiatiche a causa dello scetticismo riguardo alla durata e alla resistenza nel tempo di questi veicoli e alla preoccupazione legata alla disponibilità e alla qualità del servizio post-vendita, compresi ricambi e assistenza. Insomma, la strada è ancora lunga, ma quello che servirebbe da parte delle istituzioni è una strategia coerente e di lungo termine per sostenere il ricambio di un parco auto davvero obsoleto come quello italiano.

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