“Le parole di mio padre hanno fatto male anche a me all’epoca, mi sono dissociato. Non è facile da figlio prendere certe decisioni, quando ci si dissocia. Quando si lavora in un gruppo di lavoro, facciamo cinema, abbiamo il calcio e altre aziende, ci confrontiamo”. Così parlò Luigi De Laurentiis, presidente del Bari calcio. Il riferimento è alle parole pronunciate da Aurelio De Laurentiis lo scorso 28 maggio: “Una volta che la famiglia De Laurentiis si sarà stancata e sarà probabilmente uscita di scena nel 2028, perché prima non se ne parla, se non viene modificata la legge, il Bari sarà destinato a rimanere dov’è o a fallire“. Nel giorno della conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Bari – Moreno Longo – e del nuovo ds – Giuseppe Magalini – , il figlio del produttore cinematografico ha attaccato così il padre: “Che mio padre possa dire delle c*****e penso sia pubblicamente abbastanza chiaro per tutti, devo convivere con questo: chiaro che quando entra nella mia sfera lavorativa, dopo tanto impegno diventano dei danni. Io non lo giustificherei mai per quello che ha detto: il suo intento era quello di difendere la multiproprietà ma ha usato parole sbagliate nel farlo. Ovvio che non voleva crearsi dei nemici”.

“Finché ci saremo noi questa società non fallirà”
Dopo una stagione complicata dentro e fuori dal campo – e con la salvezza ottenuta solo nei playout contro la Ternana – il Bari è tornato a parlare pubblicamente alla stampa. Nel giorno della presentazione del nuovo allenatore e del nuovo direttore sportivo Giuseppe Magalini, il presidente Luigi De Laurentiis ha voluto fare chiarezza su alcune uscite a vuoto del padre che hanno fatto infuriare i tifosi biancorossi. “Purtroppo lui ha avuto delle uscite infelici, ci siamo confrontati. La verità è che questo gruppo immette molti denari a tutela dell’azienda stessa. In passato questa società è fallita: questo non potrà mai accadere con la nostra proprietà. Purtroppo delle c*****e vengono dette ogni tanto. Ma che devo fare? Tutti abbiamo un padre che può essere scomodo o meno. Io vado avanti perché poi la verità è che il Bari è la mia società, la gestisco e la amo”.


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