Televisione

“Chi come Serena Bortone osa ribellarsi alla censura di un ospite viene punito, magari cancellato dal palinsesto. E si chiamano giornaliste esterne”: la nota Usigrai

Il sindacato dei giornalisti Rai protesta apertamente contro i vertici: "Quando parlavamo di controllo asfissiante della politica ci riferivamo a questo. La Rai, per questo vertice aziendale, deve essere megafono del governo. Questo è stato il cambio di narrazione che teorizzavano"

di Giuseppe Candela
“Chi come Serena Bortone osa ribellarsi alla censura di un ospite viene punito, magari cancellato dal palinsesto. E si chiamano giornaliste esterne”: la nota Usigrai

La Rai prova a frenare le polemiche. Il caso Bortone è ormai esploso e nel pomeriggio di ieri Viale Mazzini ha diramato una nota: “I palinsesti della prossima stagione sono in corso di definizione. Le Direzioni Editoriali stanno lavorando alla stesura e l’illustrazione al Consiglio di Amministrazione è prevista per la prossima settimana. Pertanto tutte le voci e le notizie di corridoio che stanno circolando in queste ore non trovano conferme”. Un modo per spegnere le polemiche, per prendere tempo, per studiare una soluzione.

I palinsesti Rai saranno illustrati al cda nelle sedute del 26 e 28 giugno, presentati alla stampa nella sede di Napoli il prossimo 19 luglio. Come rivelato da diverse fonti i vertici dell’azienda avrebbero deciso di cancellare “Che Sarà“, il programma condotto da Serena Bortone, in onda il sabato e la domenica sera su Rai3. La notizia era nell’aria da giorni, il quotidiano Repubblica aveva ipotizzato una sorta di “epurazione a metà”, con la cancellazione di una sola serata, quella della domenica, ma a Viale Mazzini è prevalsa la linea dura. Almeno stando alle indiscrezioni, in attesa dell’ufficialità o forse di un dietrofront.

Bortone è una dipendente, nel caso dovrà essere ricollocata. Bastano però le voci a scatenare il caos, la decisione per molti una “punizione” per un programma sgradito al centrodestra e in particolare a Fratelli d’Italia, dopo l’ormai noto caso Scurati. La giornalista con un post sui social aveva denunciato l’annullamento “senza spiegazioni plausibili” del contratto dello scrittore che avrebbe dovuto leggere nel suo talk un monologo sul 25 aprile. “Colpirne una per educarne cento. Il metodo della Rai di oggi è chiaro. Se sei allineato con il Governo puoi andare sul palco di Fratelli d’Italia, parlare di ‘nostro partito’, come ha fatto il direttore dell’Approfondimento, senza alcun tipo di contestazione. Chi, invece, come Serena Bortone osa ribellarsi alla censura di un ospite ‘per ragioni editoriali’, deve essere punito, anzi, licenziato, come dichiarato dall’Ad Sergio, e magari cancellato dal palinsesto. E mentre sono pronti a mandare in panchina una dipendente, la Rai è pronta la chiamata dell’ennesima giornalista esterna, senza valorizzare chi già è in azienda”, si legge nella nota Usigrai.

Il sindacato dei giornalisti Rai protesta apertamente contro i vertici: “Quando parlavamo di controllo asfissiante della politica ci riferivamo a questo. La Rai, per questo vertice aziendale, deve essere megafono del governo. Questo è stato il cambio di narrazione che teorizzavano. Le voci scomode vanno ‘licenziate’ o quantomeno escluse dal palinsesto o ridimensionate, come tentano di fare con Report; alla trasmissione di inchiesta di Raitre provano e ridurre le puntate, limare le repliche o ritardare la partenza della prossima stagione”.

L’organizzazione sindacale che rappresenta i dipendenti mette nel mirino anche il silenzio dei telegiornali e talk Rai sull’inchiesta di Fanpage: “Non solo le voci, ma anche le notizie scomode vanno escluse, come l’inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fdi; con l’unica eccezione del Tg3 e di alcune trasmissioni, si è dato conto al massimo delle reazioni politiche, senza parlare dell’inchiesta. Un capolavoro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: fuga di telespettatori verso altri competitor e situazione finanziaria più che preoccupante”. Usigrai promette battaglia e fa sapere che “non arretrerà di un passo a difesa delle colleghe e dei colleghi che esprimeranno dissenso rispetto a censure e violazioni dei diritti a tutela del lavoro giornalistico e del pubblico”.

Bortone, sottoposta a procedimento disciplinare, nei giorni scorsi aveva ricevuto critiche pubbliche dall’amministratore delegato Roberto Sergio: “Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto. L’11 di questo mese rappresenterà le sue tesi e valuteremo, ma certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l’azienda in cui lavora. Lei questo ha fatto e non è stata punita”. Sergio, che nelle prossime settimane cederà la poltrona all’attuale direttore generale Giampaolo Rossi, aveva commentato al Foglio le voci su un possibile dimezzamento della trasmissione: “I palinsesti verranno presentati al vertice aziendale il venerdì della prossima settimana. Ad oggi nessuno di noi è a conoscenza di quello che ci porteranno i direttori di genere. Quindi è una notizia che non esiste in questo momento”. Al suo posto, secondo il sito DavideMaggio.it, potrebbe arrivare la giornalista Maria Latella.

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