La nuova parola d’ordine, nella chirurgia estetica, è prevenzione: sempre più spesso le star si affidano a terapie infusionali e medicina rigenerativa per mantenere un aspetto giovane e sano. La pelle è un po’ come una stoffa: se è logora, “tirarla” non porterà a un buon risultato
Red carpet, eventi, conferenze stampa: mai come ora le star sono sempre sotto i riflettori. Grazie ai social, le loro fotografie sono a un clic di distanza, continuamente sotto i nostri occhi. Continuamente osservate e scrutinate. E, vedendo i volti di Jennifer Lopez, Naomi Campbell (entrambe 54enni) o di Cindy Crawford (58 anni) viene spontaneo chiedersi: come fanno ad avere lo stesso aspetto di vent’anni fa? Nessun patto col diavolo, piuttosto un regime rigoroso di trattamenti di medicina estetica e interventi chirurgici mirati che seguono il motto di ‘less is better’. Non dobbiamo dimenticare che per un’attrice il volto è il proprio strumento di lavoro, come spiega a FQMagazine Stefania de Fazio, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (SICPRE): “Come un atleta deve allenarsi e scolpire i muscoli, anche le star hanno un approccio molto globale, molto completo alla cura del corpo a cui dedicano gran parte della vita. Le star che vediamo sul red carpet hanno uno stuolo di professionisti che lavorano per il loro benessere, che vai dai personal trainer ai make up artist”.
L’importanza della prevenzione
Se alla parola ‘chirurgia plastica’ vi vengono in mente labbra come canotti, zigomi tirati e sguardi innaturali, ripensateci. Quell’era è definitivamente tramontata. La dottoressa de Fazio spiega a FQMagazine come negli anni sia cambiato il rapporto con la chirurgia: “L’approccio non è più soltanto, com’era una volta, mettere in ordine il proprio volto in maniera veloce e drastica. Una volta le star facevano un lifting, si isolavano tre settimane e poi tornavano sulla scena. Ora, sempre più spesso, si richiedono interventi non più demolitivi, anzi minimamente invasivi, che comunque prevedono un long term nei loro effetti. Ma, cosa più importante, la medicina anti-age oggi punta molto sulla prevenzione, ponendo l’accento sulla qualità di vita, dall’alimentazione alla gestione dello stress”. Il bisturi, insomma, è solo l’ultimo step di un processo di cura di sé trasversale. Sappiamo che alcuni fattori – come il fumo, l’abuso di alcol, l’esposizione indiscriminata al sole – accelerano il naturale invecchiamento della pelle. L’approccio alla bellezza, quindi, dev’essere olistico, partendo dalle buone abitudini come lo sport, la regolazione del sonno e la skincare. “È uno step fondamentale: oggi abbiamo a disposizione una cosmeceutica (nata dall’unione di cosmesi e farmaceutica, ndr) di altissimo livello. E non dimentichiamo l’importanza della crema solare”.
Cosa sono le ‘flebo di vitamine’ che spopolano a Hollywood
Fin qui, si tratta di buone abitudini che tutti possiamo (anzi: dovremmo) adottare. Ma la medicina estetica e anti-age mette a disposizione, per chi può permetterselo, trattamenti ben più avanzati. Sempre più spesso vediamo le star sottoporsi alle terapie infusionali, chiamate erroneamente “flebo di vitamine” o, in inglese, IV theraphy (intravenous therapy). “Tra le novità antiage che vanno per la maggiore a Hollywood e che si stanno affacciando in Italia – spiega il chirurgo – ci sono le terapie in endovena di sostanze che migliorano la perfusione vascolare d’ossigeno. Dei veri e propri cocktail infusionali che donano integratori, vitamine, amminoacidi e sostanze antiossidanti”. Una volta c’era il famoso Gerovital – messo a punto negli anni 50 e largamente usato dalle star fino agli anni 70 – a cui si attribuiva un’azione rigenerativa. Gli studi successivi, però, ne hanno nettamente ridimensionato gli effetti sulla salute. “Oggi invece si usano antiossidanti, terapie con ossigeno e infusioni di integratori che mirano a correggere lo stress ossidativo legato all’invecchiamento. Inoltre sostengono il sistema immunitario, sono energizzanti. Ovviamente questi trattamenti sono utilizzati da un’élite di pazienti estremamente esigenti e con una grande capacità economica”.
Le frontiere della medicina rigenerativa
L’ultima frontiera della bellezza è quella della medicina rigenerativa, capace cioè di spingere il nostro corpo a “fare da sé”, ricreando parti di tessuto che sono venute a mancare in seguito a traumi, tumori o per il fisiologico declino che accompagna l’invecchiamento. La medicina rigenerativa viene utilizzata in medicina estetica per dare un aspetto più giovane al viso (e non solo) attraverso strumenti come radiofrequenza, laser e ultrasuoni microfocalizzati, oppure con i roll up che attraverso un’azione di needling (minuscoli aghi che creano microferite della pelle) stimolano la produzione di collagene. La medicina rigenerativa ha contribuito a ridurre il numero dei lifting del volto completi e ha elevato i risultati di questi ultimi: i due fronti lavorano in sinergia per un risultato migliore. Del resto, la pelle è un po’ come la stoffa che ricopre volto e corpo: se è logora e consumata “tirarla” non porterà a un risultato soddisfacente.
I pericoli della chirurgia a buon mercato
Ma quindi, visti i progressi della medicina estetica e della chirurgia, perché vediamo ancora tantissimi volti innaturali, o con risultati a dir poco non lusinghieri? La questione è complessa e stratificata: entrano in gioco i canoni di bellezza, le richieste dei pazienti e la professionalità dei chirurghi. “Purtroppo in Italia, nella libera professione, non abbiamo ancora leggi che disciplinano l’utilizzo della nostra specialità – sottolinea la dottoressa – Solo in ospedale o in un’università si richiede la specialità in una specifica materia o l’equipollenza, cioé una certa esperienza accumulata. In libera professione, con la laurea in Medicina e Chirurgia, si possono fare tutti i trattamenti e gli interventi, ad eccezione di quelli che comportano l’impianto di protesi mammarie”, che invece sono disciplinati dalla legge. In questo scenario, Instagram e TikTok giocano un ruolo cruciale: “Una volta la chirurgia estetica era riservata all’élite. Oggi, gli standard di bellezza vengono proposti dai social, il che mi spinge a pensare che presto la medicina estetica e la chirurgia estetica rientreranno nella vita quotidiana di tutti”, conferma la presidente del SICPRE. Questo potrebbe spingere alla ricerca del trattamento più a buon mercato, a scapito della sicurezza e, in definitiva, della salute. Anche a costo di andare all’estero, in cliniche che offrono trattamenti a prezzi stracciati ma che poi lasciano soli i pazienti in caso di complicanze o di cattivo esito estetico. Chi vuole avere un consulto o sta pensando a un intervento di tipo estetico, deve rivolgersi necessariamente a “uno specialista in chirurgia plastica estetica o, per la medicina estetica a un dermatologo o a un medico estetico che abbia compiuto degli studi specifici post laurea presso istituzioni riconosciute”, sottolinea con fermezza la dottoressa de Fazio. “Altrimenti il rischio è di mettersi nelle mani di personale non specialista, o di colleghi che si lasciano forzare la mano dalle richieste dei pazienti che vogliono sempre di più. Il medico preparato deve consigliare il paziente parlando chiaramente di pro, contro, evoluzioni nel tempo e possibili complicanze”.
Gli interventi estetici virali sui social
Tra gli interventi estetici più popolari sui social, oggi, ci sono i ‘foxy eyes’, cioè gli interventi che permettono di sollevare l’angolo esterno degli occhi, e le cosiddette le russian lips, labbra turgide e molto ruotate all’indietro. “Non è solo una deformazione grottesca – sottolinea De Fazio – ma significa anche alterare la struttura anatomica e la mobilità”. “Il nuovo motto della chirurgia è less is better, meno è meglio: dobbiamo scolpirlo nelle nostre menti e far capire che una deformazione del proprio volto, come le esasperazioni dei contorni del volto o delle arcate sopraccigliari, danno un aspetto innaturale, alieno. È diventato un canone di bellezza dominante sui social, ma è un’estetica che Hollywood ha già iniziato a dismettere”.