Perdere, senza nemmeno provare concretamente a ribaltare la situazione. A confermarlo ci sono anche i dati: nella sconfitta contro la Spagna a Euro2024, l’Italia ha effettuato solo quattro tiri totali. Si tratta di un record negativo per gli Azzurri in un incontro tra Europei e Mondiali da quando il dato è disponibile (ovvero dal 1980). Poche idee e confuse, inconcludenti in zona offensiva e impacciati dietro. E se non fosse stato per Donnarumma, il passivo sarebbe stato decisamente più pesante. Ora, la nazionale di Spalletti può puntare al secondo posto: l’ipotesi di migliore terza, però, non è da scartare (scopri tutte le combinazioni).
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Impotenza e timore. La differenza tecnica e gestionale è stata evidente nei 90′, ma l’Italia ci ha messo del suo per rendere le cose alla Spagna più facili di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. L’atteggiamento è quello che ha colpito, forse, di più in negativo: arrendevoli e spenti, sin dai primi minuti. Nel primo tempo, infatti, l’Italia ha subito più di 9 tiri totali: non accadeva da Euro2008 e sempre contro la Spagna.
La Roja ne ha approfittato (dominando a larghi tratti) e l’autogol di Calafiori è stata una logica conseguenza di un pressing fisico e soprattutto mentale che l’Italia non ha più saputo reggere. Molti dei problemi e delle insidie sono arrivati dalle fasce: Nico Williams è stato il pericolo numero 1 nella zona di campo difesa da Giovanni Di Lorenzo. L’esterno spagnolo ha tentato 11 dribbling (completandone quattro), è il calciatore che ne ha tentati di più – ad oggi – nella competizione.
In balia dell’avversario, ora gli Azzurri non hanno tempo di stare a recriminare quanto (non) fatto: tutte le energie dovranno essere tenute per la partita decisiva contro la Croazia di lunedì 24 giugno. Sbagliare, non è contemplato. A partire dall’atteggiamento.