Da Instagram a TikTok e a Youtube, molti, seguiti influencer si sono specializzati nei prodotti e locali per la prima colazione: sono i breakfast influencer. Su Instagram, per esempio, l’hashtag #brinner vanta più di 123.000 post e ci sono influencer da oltre 150.000 follower. Dominano il campo menù scenografici, piatti variopinti, cappuccini da professionisti, invitanti smoothies, croissant a cubo o di altre forme insolite (dall’occhio al cuore e alla bara). Perché l’idea della colazione, trainata un po’ dalla pandemia con i suoi orari più rilassati, ha gradualmente preso piede. Al punto che qualsiasi ora diventa buona per consumarla, preferibilmente in un’atmosfera di convivialità.
Luogo di nascita: Australia
Il trend ebbe inizio in Australia alla fine del secolo scorso, quando un esercente specializzato nella prima colazione, Bill Granger, si accorse che i cibi tipici del pasto mattutino venivano richiesti sempre più durante il giorno, in particolare a cena. Nacque così il brinner, sulla falsariga del più vecchio brunch, che combina colazione e pranzo in un abbondante e goloso mix. Cominciarono gradualmente ad aprire locali simili in Estremo Oriente e negli Usa, e ormai il brinner si sta diffondendo anche in Europa e in Italia. Lo dimostrano non solo le visualizzazioni sui social, ma anche il susseguirsi di locali che, soprattutto nelle grandi città, dedicano più spazio alla prima colazione nelle ore più diverse. E che a volte, complici i post degli influencer, sono talmente affollati che fuori si forma la coda.
Colazione a tutte le ore
Anche in Italia si può dunque scegliere di far colazione in qualsiasi momento della giornata. Si può optare per qualcosa di insolito, come una vera colazione giapponese nella Chinatown milanese – salata, con triangolini farciti di riso (onigiri), tè e zuppa di miso – ma pure nella capitale non mancano bar, ristoranti e fornai che ampliano l’offerta legata alla prima colazione. Non solo i classici cornetto e cappuccino: ad allietare i palati ci sono anche pancake, yogurt, focacce assortite, pane burro e marmellata e quant’altro possa stuzzicare l’appetito, presentato in modo allegro e invitante. Quanto alle bevande, il cappuccino è ovviamente il re (secondo una recente indagine di Altroconsumo condotta su 1400 persone, il 47% degli intervistati lo predilige), ma vengono proposti anche spremute, succhi di frutta e centrifugati. Così, la colazione consumata nei locali pubblici nelle ore più svariate diventa una forma di socializzazione e convivialità. Ma il brinner di casa può assumere contorni un po’ diversi.
Dolce e salato: il brinner
Dimenticate il caffellatte con il pane dei nostri nonni e bisnonni: un pasto leggero ma costituito da ingredienti freschi e semplici “di una volta”; perfino il caffè era più spesso un surrogato. Il brinner è più variegato, ben più sostanzioso e per così dire moderno. Non esistono vere e proprie regole per comporlo, ognuno lo gestisce secondo i propri gusti. Di base, dovrebbe essere costituito da portate dolci e salate. Le prime possono comprendere pancake, croissant, waffle, muffin, ma anche tutti quei cibi che sappiamo essere graditi nella colazione all’italiana: biscotti, cereali o muesli, fette biscottate con creme spalmabili dolci o confetture. Per la versione salata, poco amata alla mattina ma che può trovare più apprezzamento la sera, ci sono sandwich, tartine, avocado toast, uova, formaggi ecc. Quanto alle bevande, queste possono spaziare dal latte al prosecco, dai succhi di frutta ai cocktail. Comfort food a gogò, per riprendersi dallo stress della giornata.
La parola alla nutrizionista
“Se ogni tanto può essere simpatico pasteggiare in questo modo, soprattutto in compagnia, adottare spesso questa abitudine non è esattamente salutare”, avverte la dott. Michela Trevisan, biologa nutrizionista di Mogliano Veneto (TV). C’è in primis una questione di orari. “Il pasto abbondante la mattina serve per far partire il metabolismo. La sera non è necessario, perché la notte è fatta per il riposo. È anche il momento in cui si fatica maggiormente a digerire, perché non facilitiamo la digestione con il movimento”. Dove sono finite le famose colazione da re e cena da povero? La nutrizionista ricorda anche che eccedendo la sera, soprattutto tardi, ci sono buone probabilità di andare a letto con la digestione incompleta, riducendo così la qualità del sonno. Al risveglio, poi, niente fame e niente colazione! Inoltre, dato che difficilmente al rientro a casa si cucinano tanti alimenti assortiti, si ricorre più facilmente ad alimenti pronti. “Il rischio è di utilizzare prodotti ultraprocessati, con grassi, zuccheri e farine raffinati. Moltissimi studi li indicano come nocivi per la salute: uno dei più recenti, pubblicato a febbraio, collega il consumo in eccesso con mortalità precoce e con almeno 32 problemi di salute”. Alla fine, questi cibi trasformati prendono il posto di quelli freschi e cucinati in modo semplice. Insomma, ben venga la prima colazione, apprezzata dal 69% degli intervistati di Altroconsumo. A patto che sia equilibrata e consumata nelle ore canoniche.