“C’è un’altra battaglia che ci vogliamo intestare, che è la battaglia per l’abolizione delle regioni”. Era il 2014 e dal palco dell’evento L’Italia soprattutto, Giorgia Meloni, all’epoca già alla guida di Fratelli d’Italia, rendeva nota la volontà di abolire le Regioni considerandole dei “centri di spese formidabili”. Un pensiero netto che si scontra con quanto avallato oggi, ossia la legge sull’Autonomia differenziata che di fatto dà più poteri alle Regioni.

Per Meloni nel 2014 “il regionalismo” aveva “fallito” e le Regioni erano “state utilizzate dalla partitocrazia per moltiplicare indennità, carrozzoni, consulenze e occasioni di malaffare lontano dai riflettori”. “L’identità italiana non si fonda affatto sulle regioni – spiegava la leader dal palco dell’evento – Le regioni sono nate nel 1970 da un compromesso politico tra la DC e il PCI. L’identità italiana poggia sui comuni, che vorremmo rafforzare e contemporaneamente restituire rendere autorevolezza allo Stato centrale”. Su questo, diceva “sfido il Governo, che parla di macroregioni, non capendo che costruisce un sistema ancora più distante dai cittadini e anche la Lega Nord, che si ostina a difendere un sistema palesemente fallito”.

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