La moda di affittare monumenti o aree archeologiche sta prendendo piede. Al Parco archeologico di Paestum, conosciuto in tutto il mondo, sono possibili gli affitti “speciali”: durante l’orario di apertura si potranno affittare in maniera esclusiva settori del parco con una spesa compresa fino a 7mila euro. Tutto possibile secondo il regolamento del parco che dal 1998 è nella lista del patrimonio Unesco. All’interno dell’area archeologica si possono tenere convegni, workshop, concerti, spettacoli teatrali, incontri culturali, ma anche servizi fotografici professionali in occasione di un evento speciale, una pubblicità, una pubblicazione. O per un evento speciale da festeggiare ad esempio nel Santuario meridionale del parco con un esborso di 7mila euro oppure nell’area del Foro pagando 4900 euro. Oppure a Velia, magari nel Teatro antico alla cifra di 3.500 euro. “Considerato che gli spazi concedibili sono stati individuati tenendo conto delle esigenze di tutela e conservazione del bene”, si afferma nel documento che regola la mappatura degli spazi firmato dalla direttrice, Tiziana D’Angelo. “Indipendentemente dal canone o dal corrispettivo individuato – spiega la direttrice parlando a ilfattoquotidiano.it – la concessione per l’uso dei beni culturali è comunque subordinata alla previa verifica di compatibilità della destinazione d’uso con il carattere storico-artistico dei medesimi”. Una ulteriore considerazione riguarda l’individuazione degli spazi concedibili che “viene effettuata tenendo conto della quantificazione dei metri quadrati di cui si compone lo spazio e l’individuazione del livello di pregio del sito e dello spazio”. Aggiungendo anche criteri più dichiaratamente tecnici. Come la circostanza che si tratti di “testimonianza unica o eccezionale di un’epoca e/o di un periodo storico”, oppure la “presenza di affreschi, stemmi, mosaici, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli ed altri elementi”. Calcolare la spesa è semplice tabelle alla mano. La prima con le “Aree oggetto di concessione”, la loro rispettiva “classe dimensionale” e il “Livello di pregio”. La seconda con il “coefficiente” corrispondente a ciascun livello di pregio”. Da 5 per “Eccezionale” a 2 per “Medio”, passando per 3,5 di “Alto”. L’ultima, la “tariffa unitaria” per ciascuna “classe dimensionale.”
Una volta scelto il sito, si verifica la tariffa della classe dimensionale nella quale rientra e quindi si moltiplica per il coefficiente del livello di pregio. Il gioco è fatto.
A Paestum la scelta è molto diversificata, almeno relativamente agli spazi. A disposizione c’è il Santuario Meridionale comprendente il Tempio di Nettuno, Basilica e aree prospicienti per 16mila metri quadrati complessivi, ma anche l’ekklesiasterion e il Giardino di Hera, su 250 mq ciascuno. Oppure l’Area del Foro e l’Area prospicente il tempio di Atena, entrambi di 6mila mq e l’interno dell’Anfiteatro, di 800 mq. Fatta eccezione per i 2mila mq dell’area didattica, su qualsiasi luogo si rivolga il proprio interesse, il livello è “alto”. Discorso un po’ diverso per l’Area archeologica di Velia per la quale le opzioni sono limitate all’Area spettacoli di 3500 mq di livello medio, e poi l’Acropoli con la terrazza superiore, la Torre, la Cappella Palatina di S. Quirino di 1480 mq e la Chiesa di Santa Maria in Porto Salvo di 165, entrambe di Livello alto. Per i più esigenti c’è il Teatro antico di 1770 mq, di livello eccezionale.
Le tariffe? Fino a 100 mq sono 400 euro e poi via via fino a oltre i 10mila per i quali si arriva a 2mila euro. “Le tariffe, così determinate, si intendono riferite per l’uso dello spazio per l’intera giornata”, rassicura il documento. Avvertendo che, in ogni caso, “l’ufficio valuterà, caso per caso, una riduzione eventuale della tariffa giornaliera, in caso utilizzo degli spazi per un tempo ridotto”. Insomma, uno sconto si può richiedere, ma senza certezze di riuscire ad ottenerlo.
Sono previste anche “concessioni per servizi fotografici nuziali a scopo non commerciale”. Per l’uso dell’intera area, ad esclusione dello spazio interno dei Templi di Nettuno, Basilica e Atena, per 3 ore, si spendono 500 euro. Per l’intera area per 3 ore “con l’accesso all’interno del Tempio di Nettuno per un massimo di 1 ora”, sono 4mila. Cifre che prevedono fino ad 8 biglietti di ingresso gratuiti, per gli sposi o futuri sposi, il fotografo ed eventualmente la sua equipe, parenti/amici”.
Unica eccezione, in quanto a tariffa e tempo massimo di fruizione, “visto il notevolissimo pregio”, è costituita dal Tempio di Nettuno, per il quale un’ora di fruibilità oppure di utilizzo per servizi fotografici prevede un costo di 7mila euro. Nella speranza che il tempo consenta l’evento e/o il servizio fotografico. Dal momento che “in caso di condizioni meteorologiche avverse o altri impedimenti, non è previsto il rimborso del canone versato”.
Sulla circostanza che le diverse concessioni possano avvenire nell’orario di apertura al pubblico e che quindi ci sia il rischio che le visite a singoli monumenti del parco archeologico di Paestum e dell’area archeologica di Velia possano risultare interdette, la direttrice Tiziana D’Angelo non ha dubbi. “L’area archeologica e il museo rimarranno sempre aperti alle visite anche in concomitanza della concessione”. E poi “sarà cura del personale, in primis quello addetto alla biglietteria e ai varchi di accesso nonché l’Ufficio Promozione, di informare i visitatori con adeguato preavviso e attraverso i nostri canali di comunicazione qualora un bene divenga oggetto di concessione. Tale informazione permetterà ai visitatori di organizzarsi per l’ingresso e la visita”. In quanto alla possibilità che l’uso in concessione possa arrecare rischi per l’integrità dei beni, non può esserci nessun timore. “L’uso avverrà sotto la stretta e costante vigilanza del personale in servizio”.
Tutto a posto, quindi? “Tutto sc-sc-sc- scientifico” risponde Peppe er Pantera alias Vittorio Gassman spiegando a Mario Angeletti impersonato da Renato Salvatori il progetto del colpo a Milano. L’esito de L’audace colpo dei soliti ignoti, il film del 1959 di Nanni Loy, è un disastro. L’augurio è che a Paestum e a Velia vada a finire in tutt’altra maniera.