Procuratore Gratteri, perché non dice nulla dello stupro continuato e aggravato di Piazza Plebiscito? Eppure Lei ci passa quattro volte al giorno con la sua scorta, visto che abita in caserma, lì a due passi. Avrà letto anche che per la prima volta al mondo la finalissima di X Factor si celebrerà in esterno, in una piazza, la nostra, tra la più belle al mondo, luogo simbolo della nostra storia, della nostra identità, blindata dalle 5 del pomeriggio e ridotta a un pisciatoio, con file di gabinetti che deturpano la facciata di Palazzo Reale.

Non era mai successo, nella storia internazionale del format, che lo show celebrasse il suo ultimo atto uscendo da uno studio. E invece succede a Napoli dove tutto è concesso. Il Comune è come Giuda che si vende per 30 danari.

Eppure esistono luoghi più adatti a ospitare i grandi eventi, come la Mostra d’Oltremare, la zona fiera più grande del Mezzogiorno o il Centro Direzionale. O addirittura spostarli a Caivano (tristemente famosa per le cuginette violentate da una baby gang di minorenni). A Caivano Lello Arena porterà “La primavera di Caivano”, un cartellone di eventi e progetti culturali messo in campo dalla Regione che aspira a creare un modello di rinascita delle periferie.

Ancora non placate le furiose proteste per 8 giorni di concerto di Gigi D’Alessio a Piazza Plebiscito. Non chiedo le dimissioni del Sovrintendente, tanto è un fantasma. Ma quelle del Sindaco Manfredi, ex rettore della Federico II, che per “incarichi professionali incompatibili” svolti dal 2007 al 2019, ben prima della sindacatura, restituisce 210mila euro alla sua Università e chiude così il procedimento a suo carico aperto dall’inchiesta della Procura della Corte dei conti della Campania.

Cantava Fabrizio D’Andrè: “…si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio…”. Visto che Lei e il Prefetto Di Bari (il gatto e la volpe) ve la cantate e ve la suonate alle spalle di chi paga le tasse e viene chiuso in gabbia come zoccole nelle proprie case, nel proprio quartiere di Chiaia (equivalente del quadrilatero di Via Montenapoleone), chiedete scusa alla città. E chiedete le dimissioni. Un solo Verbo, due bei gesti. Ma nessuno la sente la “puzza”? Le istituzione si otturano il naso, noi sì.

Il giorno della finalissima di Gigetto un’ambulanza non è potuta passare e un signore colpito da infarto è stato portato al Pronto Soccorso da un rider. Venti giorni di concerti e strimpellamenti a Piazza Plebiscito, rinominata mini Vaticano per la bellezza del suo porticato, solo il mese di giugno. Stasera e domani Renato Zero.

Se questa è la città della musica meglio cambiare spartito, tuona Enzo D’Errico, il direttore del Corriere del Mezzogiorno. “Se diamo 8 giorni a Gigi D’Alessio, quanti ne dovremmo dare ai fratelli Bennato e a Peppe Barra che hanno un peso specifico maggiore nella storia culturale della nostra città”. Un tempo Napoli era padrona del mondo, era la capitale d’Europa, era la capitale della World Music. Oggi ridotta a una fiera di paese, a un’arena da karaoke. Siamo tutti cuoppi fritti, unti e indigesti.

Ministro Sangiuliano, per Napoli si sta spendendo molto, la prego in ginocchio: salviamo piazza Plebiscito e il resto mandiamoli tutti a casa.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Cerreto Sannita è una città che vive: questa sì che è la veritiera cultura italiana

next
Articolo Successivo

Il capitalismo? Un cannibale che divora democrazia e senso di comunità. “È come un Uroboro e ora rischia di mangiare la sua testa”

next