È stato un attimo: l’alluminio colato e raffreddato in uno stampo. A un certo punto, l’esplosione. La mezzanotte di venerdì è passato da circa 30 minuti quando la periferia di Bolzano viene scossa dall’esplosione che devasta il reparto fonderia dell’Aluminium Bozen. Un forno, nuovo, installato pochi mesi fa, che salta per aria. Lo scenario che si presenta ai soccorritori è apocalittico: un’intera ala dell’industria è cancellata dallo scoppio e le fiamme continuano a bruciare. In sei vengono investiti dal fuoco.

Tutti operai, tutti di origine straniera, tutti giovanissimi. Il più grande è anche il più grave: si chiama Aboubakar, ha 30 anni ed è originario del Senegal. A Bolzano si è costruito una nuova vita e da poco è stato assunto a tempo indeterminato. Ora è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Borgo Trento di Verona con ustioni su gran parte del corpo. Le sue condizioni, come quelle dell’altro collega – un albanese – ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale veneto, sono apparsa subito critiche.

Sono ancora sedati e intubati, in prognosi riservata: “La situazione resta critica e alto il rischio a carico degli organi interni fino al termine della fase acuta che dura 72 ore dall’incidente. Nel frattempo proseguono le medicazioni quotidiane. Una volta superata la fase acuta dovranno partire le fasi successive con plurimi interventi ricostruttivi, che comportano diversi mesi”. I due operai hanno ustionati diffuse uno sul 47% del corpo e l’altro sul 30%.

Cosa è avvenuto alle 00.30 di venerdì dentro lo stabilimento siderurgico, 130 dipendenti, considerato moderno? L’esatta dinamica dovrà essere stabilita da periti che saranno nominati dalla Procura di Bolzano: “Allo stato attuale non vi sono ancora degli indagati, dovendo gli organi accertatori ricostruire le posizioni di garanzia all’interno dello stabilimento sulla base della documentazione aziendale che è stata acquisita ad esito dei primi interventi”, hanno spiegato i magistrati che nel frattempo hanno sequestrato l’impianto. Una primissima ipotesi, formulata da un sindacalista della Uilm, parla di un problema nel forno, forse dell’acqua, che ha spinto i sei ad accorrere per provare a risolvere il problema. Poi il botto, le fiamme, la corsa delle eliambulanze.

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