Scontro pepato a Coffee Break (La7) tra Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, e il deputato della Lega Stefano Candiani sulla riforma dell’autonomia differenziata.
Rizzo esordisce nel suo intervento, accusando di ipocrisia sia la sinistra, sia quei politici centrodestra del Sud, che a posteriori si oppongono alla riforma: “C’è una ipocrisia totale: adesso la cosiddetta sinistra tuona, ma c’era la sinistra quando c’è stata la riforma del Titolo V della Costituzione, da cui poi nasce tutto. C’è anche ipocrisia tra i deputati e i governatori meridionali eletti nel centrodestra che prima hanno votato questa riforma e adesso cercano un qualche protagonismo per giustificarsi di fronte al proprio elettorato. Ma questa è l’Italia, l’ipocrisia della politica”.
E sottolinea: “Le Regioni gestiscono di fatto la sanità pubblica ma questa allocazione di risorse ha costruito nel tempo tanti piccoli centri di potere, che hanno determinato anche tante malefatte. Probabilmente l’unica seria riforma sarebbe quella che centralizzi la sanità“.

“Sono molto d’accordo”, commenta il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
Rizzo aggiunge: “Ricordo che prima avevamo una sanità pubblica centrale gestita da una politica, che certamente non era la più bella e che ha commesso errori, ma con la riforma delle Regioni la gestione è passata alle periferie. E la politica in periferia è peggio di quella centrale, perché si sono moltiplicati i centri di potere di ogni tipo”.

Il politico poi fa una distinzione tra solidarietà e unità nazionale: “Io propendo per l’unità nazionale che mantieni anche ricordando la nostra storia. Vogliamo andare a vedere quanto il Mezzogiorno ha contribuito allo sviluppo del Nord, quanti abitanti di origine meridionale ci sono in Lombardia o in Veneto, quanti di loro tornano ai paesi d’origine per le ferie? Questa è l’unità nazionale e noi dobbiamo lavorare su questo. Un altro problema è che la politica è subordinata all’economia”.
E spiega: “L’universalismo della prestazione sanitaria funzionava fino a quando non hanno cominciato a parlare di Aziende Sanitarie Locali. Ma la salute, la scuola, i trasporti sono un bene collettivo che deve funzionare. Quindi, via i ladri ma ricordiamoci che parliamo di un bene collettivo. Se io guadagno profitti sulla sanità, ti faccio fare gli esami del sangue perché ci guadagno di più e non ti faccio la Tac perché mi costa di più. Ma questa non è sanità pubblica, è un’altra cosa”.

Candiani replica che su molte cose è d’accordo con Rizzo, facendo però una premessa che fa inalberare il coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare: “Sarei d’accordo al 90%, tranne che per una piccola differenza tra la sua impostazione comunista e quella liberale che è mia“.
Candiani, non sapendo cosa dire, deve pronunciare la parola ‘comunista’ – insorge Rizzo – Così tutti quelli di destra che si sono rotti le balle di essere presi in giro dicono: ‘Ah, Rizzo è comunista’. No, io sono di Democrazia Sovrana e Popolare, chiaro? Si chiama ‘sovrana’, perché il vostro sovranismo è di cartone”.
“Cancello tutto – ribatte Candiani – Mi rimangio qualsiasi considerazione positiva su Rizzo”.
“Bene”, commenta Rizzo.

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