Tira una brutta aria dalle Alpi al Canale di Sicilia. Si moltiplicano le aggressioni fasciste, alle tombe e ai monumenti commemorativi ma anche alle persone che riportano lesioni più o meno gravi, come nelle strade di Roma o, fatto gravissimo e inedito, perfino nelle sorde e grigie aule parlamentari. È evidente a mio avviso il legame tra queste intimidazioni e il fatto che i picchiatorelli in doppiopetto o in maglietta siano fortemente ringalluzziti dall’apparente successo di Giorgia & C. alle recenti elezioni europee Questa esibizione di fascismo muscolare e tendenzialmente terroristico non è tuttavia fine a se stessa. Essa infatti va inquadrata in un più ampio progetto politico ed istituzionale.

Pare in effetti che le destre vogliano ora passare all’incasso consolidando il regime in statu nascendi procedendo allo smantellamento anche formale della Costituzione repubblicana nata sui monti dalla Resistenza armata partigiana e che si basa sull’ antifascismo militante, ovvero sulla capacità di organizzare la risposta al fascismo su tutti i piani nei quali essi opera, compreso quello della violenza. La strategia delle destre sul piano istituzionale è molto chiara. C’è un vero e proprio pactum sceleris che vede l’assalto alla Costituzione secondo tre approcci complementari e convergenti, ciascuno espressione di una peculiarità propria di una delle componenti della mortifera Trimurti.

Fratelli d’Italia vuole il premeriato per rinverdire i tragici fasti dell’uomo (o donna) solo al comando, la Lega vuole la cosiddetta autonomia differenziata per sfasciare il principio della solidarietà nazionale e soddisfare le bramosie delle Regioni più ricche, Forza Italia vuole carriere separate per magistrati inquirenti e giudicanti, come primo passo per trasformare i giudici in scodinzolanti e obbedienti cagnolini del Potere, politico of economico. Il tutto nel contesto di un’ideologia di fondo favorevole a guerre e genocidi, in ossequio a sudditanze atlantiche e profitti militari-industriali, e contraria al ruolo dello Stato come regolatore dell’economia e garante del principio costituzionalmente garantito dell’ eguaglianza sostanziale, inseguendo la demenziale dottrina oggi esemplarmente applicata da Milei in Argentina.

La potenza e fattibilità di questo disegno non deve essere sottovalutata, ma purtroppo l’opposizione che dovrebbe dovrebbe batterlo appare del tutto fragile, improvvisata e impreparata. Non basta qualche richiamo emozionale all’antifascismo e alla Costituzione che fa fremere i sopravvissuti iscritti di questo o quel partito. È certamente positivo che si parli di unità, ma occorre anche puntualizzare i motivi per i quali lo schieramento avverso alle destre si presentò disunito alle scorse elezioni politiche e fu pertanto facilmente infilzato dalle destre. Dobbiamo quindi parlare della perniciosa fascinazione per l’agenda Draghi da cui furono colpiti all’epoca due “leader” diversamente intelligenti come Beppe Grillo ed Enrico Letta. Dobbiamo parlare del fatto che l’autonomia differenziata ha avuto ed ha tuttora uno dei suoi massimi propugnatori nel numero due del Pd nonché presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini. Dobbiamo parlare dell’esasperato atlantismo e del sionismo più o meno strisciante di buona parte dello stesso Pd, che continuano a tradursi nell’appoggio a guerre e genocidi. Dobbiamo parlare del razzismo istituzionale imperante che non è solo responsabilità della destra propriamente detta (Minniti docet) e che vede ogni giorno il compimento di nuovi crimini ai danni dei migranti, in mare o sul lavoro, nonostante sia su di essi che grava in misura crescente il peso della fatiscente economia italiana, più che mai basata sullo sfruttamento bestiale della forza-lavoro e l’appropriazione privata delle risorse e dei beni pubblici.

Senza affrontare e risolvere questi nodi fondamentali non sarà possibile dare vita a un’alternativa strategica alle destre, destinate a prosperare come vermi o acari malefici nel disfacimento purulento della cosiddetta civiltà occidentale e di quella europea in particolare. Non basta quindi sventolare il vessillo tricolore o quello dell’antifascismo se non si danno risposte precise e soddisfacenti ai concreti bisogni della cittadinanza su tutti i terreni concreti che la riguardano, dalla pace, all’ uguaglianza, al rispetto dei diritti fondamentali a partire da quelli del lavoro, su cui deve poggiare la Repubblica a norma dell’art. 1 della Costituzione. Quella materiale purtroppo vigente si basa invece sul profitto, la speculazione, il razzismo e la guerra e ciò costituisce al tempo stesso il fondamento del potere delle destre. È quindi necessario tornare alla Costituzione repubblicana per salvaguardarla e promuoverne l’attuazione richiamando a combattere nell’agone politico coloro che sempre più numerosi se ne allontanano scoraggiati per ingrossare le file dei depressi, degli alienati e degli astenuti.

Ma per far ciò è necessario liberarsi senza indugi degli infiltrati della destra nell’opposizione, si chiamino essi Bonaccini, Beppe Grillo, Enrico Letta, Minniti o in tanti, troppi modi ancora.

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