Scomparso nel nulla. È un ricercatore dell’Università di Urbino entrato per concorso 27 anni fa, ma che dal 2003 non si è mai fatto più vedere in laboratorio. Un vuoto così lungo da far evaporare il suo numero di cellulare dai sistemi dell’ateneo, ma che non gli ha impedito di percepire un corposo stipendio mensile: fra i 2500 e i 3mila euro. “Abbiamo oltre 350 docenti e questo collega non lo conosco proprio. Mi sono arrivate segnalazioni sulla sua prolungata assenza”, ha dichiarato il rettore Giorgio Calcagnini a Il Resto del Carlino che ha ricostruito la vicenda.

Si chiama Luciano Lattanzi, ha 62 anni e vive a Montecopiolo, comune in provincia di Rimini, il ricercatore fantasma. Circa due settimane fa ha ricoperto anche il ruolo di presidente di seggio in occasione delle elezioni europee. Insomma, Lattanzi sembra stare bene e la ricerca al dipartimento di Scienze Pure e Applicate (settore ambientale) pare essere un impiego dimenticato. Che potrebbe presto cessare ufficialmente: “I ricercatori non hanno obblighi particolari, certamente non sono tenuti a timbrare il cartellino, ma è chiaro che debbano fare ricerca. Se Lattanzi non ha prodotto nulla da 21 anni continuando a prendere lo stipendio, va chiarito tutto e subito dopo presi i necessari provvedimenti. Trovando conferme le varie segnalazioni che ho avuto, non escludo che si possa arrivare al licenziamento” ha spiegato Calcagnini. Dunque, sono lecite le occasioni in cui un ricercatore può sparire per un determinato periodo di tempo, “ma questa sembra una situazione molto diversa e per fortuna isolata. Non mi risultano altri ricercatori assenti così a lungo e comunque c’è sempre un contatto col proprio dirigente. In questo caso invece, non c’è nemmeno il contatto telefonico“, ha raccontato ancora il rettore.

Anche il direttore del dipartimento Andrea Viceré è andato alla ricerca di Lattanzi nel corso degli anni, ma senza successo: “L’ho cercato ripetutamente. Non mi ha mai risposto né si è mai presentato. Io ci tengo a dire però che non sono il suo datore di lavoro, questo ruolo ce l’ha il rettore. Io ho il potere di dare parere negativi sulla produttività del ricercatore e mi sono attenuto a questo. Andrebbe inquadrato bene il problema disciplinare di Lattanzi, ma non sarà facile”. Ironica, invece, la reazione all’assenza che fa discutere del ricercatore svanito, rintracciato e intervistato dalla testata: “È vero, non faccio ricerca dal 2003. La mia carriera è andata a rotoli perché ho fatto tanti progetti, ma senza ricevere i fondi. Così sono rimasto a casa, pagato perché sono di ruolo. Non ho nemmeno un computer e non conosco il direttore del dipartimento. Adesso però torno in facoltà a vedere quanto mi manca per la pensione“.

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