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Attacco con missili Atacms su Sebastopoli: “5 morti tra cui 3 bambini”. L’ira di Mosca: “Usa responsabili, azione non resterà impunita”

Un missile Atacms deviato dalla contraerea russa finisce su una spiaggia a nord di Sebastopoli, nella Crimea annessa dalla Russia, e provoca almeno 5 morti, tra cui tre bambini. Nell’attacco sarebbero coinvolte – secondo fonti russe – 124 persone e, oltre ai tre piccoli deceduti, ce ne sarebbero altri 5 in terapia intensiva. È una miccia che riaccende lo scontro diretto tra Russia e Usa, con il ministero della Difesa di Mosca che attribuisce a Washington la responsabilità dell’attacco mortale e avvisa: “L’azione non resterà impunita”.

Il ragionamento del Cremlino è sostanzialmente questo: “Tutte le specifiche di volo per l’uso degli Atacms sono inserite dagli specialisti Usa sulla base dei propri dati di ricognizione satellitare. Per questo motivo la responsabilità dell’attacco missilistico deliberato contro i civili a Sebastopoli ricade innanzitutto su Washington che ha fornito queste armi all’Ucraina, e sul regime di Kiev, dal cui territorio è stato effettuato l’attacco”, afferma il ministero russo, scrivono Interfax e Tass, aggiungendo che tali azioni “non resteranno impunite”.

Secondo la ricostruzione russa il missile Atacms lanciato dall’Ucraina, l’unico di cinque non intercettato è stato “deviato dalla sua traiettoria dalla difesa aerea” ed è “esploso sulla città”, ha denunciato il ministero della Difesa a Mosca. Molte delle vittime erano bagnanti sulla spiaggia di Uchkuyevka, a nord di Sebastopoli, dove sono precipitati frammenti del missile. Tra i cinque morti c’è anche la figlia di Oleg Averyanov, il vicesindaco della città portuale di Magadan come rende noto Interfax. Il presidente russo Vladimir Putin è in contatto “con l’esercito” e i responsabili dei soccorsi poiché “la cosa principale è fornire assistenza” alle vittime, secondo quanto riferito a Ria Novosti dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Secondo il Washington Post, gli Stati Uniti hanno concesso alle forze armate ucraine di colpire, con armi americane, fino a cento chilometri dentro il confine russo. Il prestigioso quotidiano Usa nell’articolo citava funzionari ucraini a condizione di anonimato, ma sottolineando allo stesso tempo che in quei cento chilometri non ci sono basi russe utilizzate per colpire obiettivi militari e civili all’interno dell’Ucraina. Le restrizioni imposte dagli americani, dicono dunque gli ucraini, limitano l’efficacia dell’utilizzo delle armi Usa oltreconfine. Anche se il fatto di permettere all’Ucraina di colpire obiettivi in Russia con armi statunitensi ha ridotto gli attacchi missilistici su Kharkiv. Ma l’esercito ucraino non ritiene di avere tanta libertà d’azione come sembrano suggerire le dichiarazioni dei funzionari della Casa Bianca e del Pentagono.

Il presidente americano Joe Biden si è rifiutato di dare il via libera all’uso di armi statunitensi a lungo raggio, come il sistema missilistico tattico dell’esercito, o Atacms, lasciando che l’Ucraina continui a fare affidamento sui propri droni fatti in casa per attacchi all’interno della Russia. Per più di due anni, lamministrazione Biden ha rifiutato di consentire all’Ucraina di utilizzare armi fornite dagli Stati Uniti per colpire obiettivi all’interno della Russia, citando i timori di un conflitto diretto tra Stati Uniti e Russia. L’Ucraina si è quindi limitata a usare le armi statunitensi su obiettivi nell’Ucraina occupata dai russi. “Gli Stati Uniti hanno accettato di consentire all’Ucraina di sparare contro la Russia con armi fornite dagli Stati Uniti dove le forze russe stanno arrivando per tentare di conquistare il territorio ucraino”, ha detto un portavoce del Pentagono, il maggiore Charlie Dietz.