Filippo Turetta, lo studente che ha confessato di aver accoltellato Giulia Cecchettin guardandola negli occhi, si è sbarazzato del coltello con cui ha ucciso la 22enne – uno dei due che aveva con sé – subito dopo aver lasciato la zona industriale di Fossò, dove c’è stata la parte finale dell’aggressione alla vittima. Caricato nell’auto il corpo di Giulia, ormai morente, la Fiat Punto era rimasta ferma 2-3 minuti sulla strada.

Perché? “Non riuscivo a trovare il suo cellulare” ha spiegato Turetta al pm, aggiungendo che il telefonino era rimasto nella borsetta dell’ex fidanzata. Nella documentazione stenografica dell’interrogatorio reso dallo studente in carcere l’1 dicembre 2023, accusato di omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking, si legge anche che fine hanno coltello e cellulare. “Ho gettato il coltello, il suo telefono, e il tablet mio non molto dopo Fossò, in un piccolo fossato di una strada laterale”. Il computer di Giulia, invece, “l’ho messo fuori dalla macchina, in una strada di Aviano“.

Giulia, come ha confessato il giovane agli inquirenti, “voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo” ed è per questo che l’ex fidanzato ha deciso di ucciderla portando con sé due coltelli e dei peluche. “Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me”. Poi la lite, la colluttazione, uno, due, dodici, tredici colpi: “Era rivolta all’insù verso di me. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio. Era come se non ci fosse più. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti”. Le dichiarazioni, così come tutti gli altri elementi e consulenze, fanno parte del fascicolo processuale e sono note alle parti, dopo che un mese fa la Procura di Venezia ha chiuso le indagini preliminari e chiesto il rinvio a giudizio, in vista dell’udienza preliminare fissata per il 15 e 18 luglio prossimi.

Il giovane agli inquirenti ha raccontato due episodi di violenza nei confronti di Giulia: “Forse a fine ottobre c’eravamo alterati un po’ più del solito parlando dei motivi per cui ci eravamo lasciati (…). Io ero molto arrabbiato e le ho dato uno schiaffo su una coscia. In quel momento eravamo in un parcheggio a Padova davanti ad una gelateria. Lei è subito uscita dall’auto e se ne è andata via”. Due mesi prima, in agosto: “In un’occasione parlando di lasciarci abbiamo discusso e ad un certo punto lei voleva andare via. Io l’ho afferrata per un braccio per fermarla”.

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