Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant è negli Usa con una missione che finora non è riuscita a Benyamin Netanyahu: sbloccare l’invio delle armi e delle munizioni rallentato dall’amministrazione Biden. Un obiettivo difficile, visti i rapporti non proprio idilliaci tra il premier e la Casa Bianca e che invece può essere risolto grazie all’ottima intesa di Gallant con gli americani.

Tanto che alla vigilia del faccia a faccia, funzionari della White House hanno sostanzialmente scaricato Netanyahu e promosso Gallant come interlocutore: “Abbiamo chiarito ripetutamente la nostra posizione su questo argomento e non continueremo a rispondere alle dichiarazioni politiche del primo ministro”, hanno detto al Times of Israel dopo gli ultimi attacchi del leader israeliano per la lentezza nell’invio delle armi da parte degli Stati Uniti. “Non vediamo invece l’ora di avere un dialogo costruttivo – hanno aggiunto i funzionari – con il ministro della Difesa Gallant”.

Quanto sia delicato il dossier delle armi lo ha dimostrato l’ennesimo intervento di Netanyahu in apertura della riunione di governo a Gerusalemme. Il premier ha detto di sperare che l’invio di armi da parte degli Usa “sia risolto nel prossimo futuro”. “Ma vorrei sottolineare, e l’ho detto anche ai nostri amici americani – ha spiegato – che abbiamo un mezzo e questo ha sempre fatto pendere l’ago della bilancia: il coraggio e la determinazione dei nostri combattenti, e con quest’arma vinceremo”.

E ha ricordato – difendendo il suo recente video di critica – che “circa 4 mesi fa si è verificato un drammatico calo nella fornitura di armamenti in arrivo dagli Usa a Israele. La situazione di base non è cambiata”. Ora tocca dunque a Gallant, diventato la sponda – grazie alla sua distanza politica dal premier – sulla quale Israele può contare per avere le armi che servono. Sul tavolo dei colloqui con il segretario di Stato Antony Blinken, con l’omologo Lloyd Austin e con il capo della Cia William Burns ci sono anche la guerra a Gaza, il conflitto sempre più vasto con gli Hezbollah libanesi e l’Iran.

“Gli incontri con gli alti funzionari Usa – ha detto Gallant, prima di partire – saranno determinanti per il futuro della guerra. Ho intenzione di discutere gli sviluppi a Gaza e in Libano. Siamo pronti per qualsiasi azione che possa essere necessaria a Gaza, in Libano e in altre aree”. Nello specifico sulla situazione a Gaza il ministro ha sottolineato che “la transizione alla ‘Fase 3’ nella Striscia è di grande importanza” dicendosi certo di una “stretta cooperazione con gli Stati Uniti”.

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