“Riforma dell’autonomia differenziata? Da cittadino dico che non ci guadagniamo niente e che abbiamo bisogno esattamente del contrario. Abbiamo bisogno di un’Italia unita, di un’Italia più forte. Anzi, abbiamo bisogno di nazionalizzare la sanità, ad esempio”. Sono le parole del procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo a Trame, il Festival dei libri sulla mafia a Lamezia Terme, dove ha presentato il suo ultimo libro “Il grifone”, scritto con Antonio Nicaso, e ha risposto alle domande della giornalista di Repubblica Giovanna Vitale.
L’opinione critica del magistrato sulla riforma del governo Meloni è accolta da scroscianti applausi del pubblico in sala, ma lui precisa ironicamente: “Io non capisco niente, sono un pubblico mistero di campagna”.
Poi stigmatizza duramente la mancata programmazione in fatto di sanità negli ultimi 10 anni: “Se facciamo venire da noi medici dall’Albania e da Cuba, vuol dire che siamo ridotti male. Sapevamo almeno da 10 anni che in Italia sarebbero mancati i medici. Ora, perché non c’è un giornalista che vada a rintracciare il ministro della Sanità di 7 anni fa e gli chieda: ‘Scusi ma lei 7 anni fa non sapeva che nel 2024 in Italia sarebbero mancati anestesisti e radiologi? Perché ha sbagliato programmazione?’. Chi gli chiederà conto di questo?“.
E aggiunge: “Il problema è che abbiamo tutti la memoria corta e corriamo sul quotidiano. Nessuno fa programmazione, nessuno pensa di cosa abbiamo bisogno da qui a 10 anni in tutti i settori. Questo è il dramma che sta succedendo. Se la mattina un tizio mette su Facebook o su Tiktok un video in cui mangia una fetta biscottata con la marmellata, noi stiamo tutti a commentare quella fetta biscottata per tutto il giorno. Ma allora è ovvio che non ne usciamo e che siamo diventati un paese marginale”.
Altra staffilata di Gratteri è diretta alla riforma sulla giustizia: “La separazione delle carriere non serve assolutamente a nulla rispetto ai problemi della giustizia. Gente competente e in buona fede deve preoccuparsi di cosa serve per far funzionare un processo, per velocizzare l’istruttoria dibattimentale, per tutelare le parti offese”.
E spiega alcuni esempi sull’inutilità della riforma voluta da Nordio e sulla strumentalizzazioni delle argomentazioni addotte a favore della separazione delle carriere: “Oggi, se io sono un pm a Catanzaro e voglio fare il giudice, devo cambiare la Corte d’Appello che non sarà quella più vicina. E non solo: ogni anno solo lo 0,2% dei magistrati cambia ruolo da giudice a pm o viceversa. E per questa percentuale noi dobbiamo cambiare la Costituzione? Questo sarebbe il male della giustizia? C’è bisogno di scomodare la Costituzione fatta col sangue di milioni di italiani morti?“.
Il magistrato aggiunge: “Qualcuno parla di commistione tra giudici e pm. E quale sarebbe la commistione? Non c’è per caso anche la commistione tra giudice e avvocato? C’è chi dice che ha visto il giudice a cena con il pm. Anche io ho visto a cena il giudice con l’avvocato dell’imputato mentre si faceva il processo. E questo cosa è, acqua fresca? Io ho fiducia nel giudice, quella di andare a cena con l’avvocato è una questione di buon gusto. Io personalmente non vado né col giudice, né con l’avvocato di un imputato a cena. Ma – sottolinea – con lo 0,2% di magistrati che cambia ruolo ogni anno, vi rendete conto che la separazione delle carriere è un falso problema? Il vero problema è il passaggio successivo: in tutti i paesi del mondo dove c’è la separazione delle carriere il pm dipende dall’esecutivo“.
Gratteri fa poi un’osservazione ironica: “Poniamo il caso in cui il pm passa sotto l’esecutivo. Nordio su questa ipotesi ha assicurato che dovranno passare sul suo cadavere perché lui si sente magistrato. E io gli credo, ma questa sua affermazione non mi tranquillizza. Gli auguro di vivere altri 300 anni, ma forse tra 15-20 anni non sarà più ministro e potrebbe arrivare un Guardiasigilli che la pensa diversamente da lui”.
E chiosa ribadendo la sua contrarietà alla riforma Cartabia “Questo governo, in realtà, dal punto di vista sostanziale dovrebbe fare delle modifiche contrarie a quello che ha fatto. Dalla Cartabia a oggi io farei un solo articolo: tutte le riforme fatte da tre anni a oggi andrebbero cancellate, perché non servono a nulla. Salvo quella di Orlando e quella del M5s, che ha fatto modifiche importanti sulla giustizia, dalla Spazzacorrotti alle intercettazioni“.