Lo affermava Joy senza esitazione stamane. Originaria di Benin City, nello stato di Edo, nella Nigeria da cui è partita con il figlio minore nel 2022. Menziona problemi legati alla famiglia e fa allusione pure a morti rituali che l’hanno impaurita e fatta fuggire in Egitto. Passa dal Camerun e, dopo aver attraversato il Ciad e il Sudan, raggiunge la capitale dell’Egitto, Il Cairo. Suo figlio Emanuele ha 17 anni e si separa dalla madre per andare a vivere con alcuni coetanei in un’altra città. Joy trova lavoro come domestica per oltre un anno. Frequenta la chiesa presbiteriana di St John nella capitale, dove si sente accolta e rispettata dalla comunità parrocchiale e dal clero straniero. Sente un’attrazione divina del monte Sinai e vorrebbe raggiungerlo per poi stabilirsi in Israele. È fermata prima di raggiungere la meta per mancanza di documenti di viaggio idonei ed è riportata al Cairo dove sarà detenuta per tre mesi in una prigione della capitale.

Terminata la pena è deportata a Lagos in Nigeria con un volo speciale assieme ad altri connazionali. Non torna nella sua città di origine perché è convinta che il suo futuro si farà altrove, lontano dall’Africa che ha smesso di sentire come la sua terra. Solo Dio è la mia casa, dice Joy come parlando a se stessa e guardando lontano. Parte di nuovo per raggiungere un parente che, secondo lei, avrebbe fatto fortuna a Niamey, la capitale del Niger. Naturalmente in città del parente non c’è traccia alcuna e inutili sono stati i tentativi di rintracciarlo tra i membri delle folta comunità nigeriana Ibo che si assicura un ruolo di rilevo nel mercato locale.

Joy afferma che il denaro è il suo schiavo e non il suo padrone. Ha osservato come varie nigeriane commerciavano il loro corpo in Egitto mentre altri mendicavano sulle strade, senza vergognarsi. Da quando si trova a Niamey, un paio di settimane, non cerca soldi ma un luogo di ristoro sicuro per passare la notte.

Joy si chiama anche Glory ed è originaria di Benin City, luogo assai noto in Nigeria e in Italia a causa dell’emigrazione femminile che molto spesso assume i connotati della tratta con scopo di prostituzione. Non vuole continuare a vivere in Africa e crede che il suo destino sia quello di abbandonare un continente che per lei è alla deriva. Nel frattempo domanda aiuto per tornare in Nigeria, per mettere assieme il denaro sufficiente per il viaggio e l’eventuale visto per un Paese che ancora non sa. Andrà via dall’Africa, ripete ad alta voce congedandosi. Promette di tornare domattina perché Dio è la sua casa.

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