Diritti

“L’estrema destra è il nemico delle donne”. Associazioni femministe in corteo in tutta la Francia contro il partito di Marine Le Pen

L’estrema destra è il nemico delle donne“. “Suoniamo l’allerta femminista“. “Il Rassemblement National non avrà il nostro voto”. “Sono loro a dover andare indietro, non i nostri diritti“. A sette giorni dalle elezioni legislative in Francia, le associazioni femministe sono scese in piazza imbracciando fischietti e cartelloni per protestare contro l’avanzata del partito di Marine Le Pen. Una convocazione arrivata dopo che, stando all’ultima analisi Ipsos, è emerso che il RN è avanzato nell’elettorato femminile di quasi 10 punti e proprio mentre il leader Jordan Bardella ha deciso di tentare l’ultima trasformazione sui diritti delle donne (tanto da rivendicare il Sì all’aborto in Costituzione).

Anche per questo le associazioni hanno deciso di lanciare la loro mobilitazione. Quasi 60 le iniziative e i cortei organizzati in tutta la Francia, da Parigi fino a Lille e Tolosa. “A seguito dell’irresponsabile scioglimento dell’Assemblea Nazionale” voluto da Macron, si legge nell’apppelo firmato da più di 200 realtà impegnate nella lotta per i diritti delle donne e non solo, “la possibilità che l’estrema destra arrivi al potere è ormai ben reale”. Solo due settimane fa il RN ha trionfato alle Europee e i sondaggi di venerdì 21 giugno li danno oltre il 30 per cento dei consensi. “Sappiamo“, sostengono, “che l’ossessione principale” dell’estrema destra “è distruggere i diritti e le libertà di una vasta parte della popolazione: le donne, le persone razzializzate, disabili, trans e LGBTQIA+, le persone migranti, le ragazze e i bambini. Sappiamo anche che attaccherà frontalmente tutto il movimento sociale”. Il manifesto politico della protesta continua: “L’estrema destra al potere, lo sappiamo, segnerebbe la fine di una certa concezione della democrazia, dello Stato di diritto, e di numerose libertà, già ampiamente ridotte negli ultimi anni”.

Dicono le associazioni e i collettivi femministi: “Sappiamo che i nostri diritti non sono mai acquisiti per sempre“. E “in molte regioni del mondo sono stati attaccati e talvolta soppressi da governi di estrema destra a favore di progetti politici mortiferi”. E quando devono citare i Paesi dove vengono messi in discussione, partono dall’Italia: “L’estrema destra di Giorgia Meloni si è scagliata contro il reddito di cittadinanza, il diritto all’aborto e il diritto alla procreazione medicalmente assistita per le coppie lesbiche. In Spagna, l’estrema destra di Vox nega l’esistenza stessa delle violenze contro le donne e le minoranze di genere. Dal 2020, in Polonia, l’aborto è vietato anche in caso di malformazione del feto. In Francia, il Rassemblement National ha già previsto di eliminare i finanziamenti del Planning Familial”.

L’accusa non si limita a Marine Le Pen e al suo partito. Le associazioni femministe attaccano quanto fatto dagli ultimi governi e sotto la presidenza di Emmanuel Macron: “Queste idee di estrema destra hanno anche ispirato diverse riforme deleterie in Francia negli ultimi anni con conseguenze particolarmente pesanti per le donne e tutte le minoranze (legge sull’immigrazione, riforma delle pensioni, assicurazione contro la disoccupazione, ecc). Queste riforme liberticide e antisociali hanno spianato la strada all’estrema destra, accentuando la disperazione e la sofferenza di un’intera popolazione”. Per questo, chiedono una mobilitazione collettiva. E, ai responsabili politici di ogni partito, chiedono “di non candidare uomini coinvolti o condannati per violenze sessiste e sessuali. #MeTooPolitico, è ora di tenerne conto”. Quindi, è l’appello finale, “il 30 giugno e il 7 luglio facciamo barriera contro l’estrema destra e votiamo in massa per un futuro che permetta l’emancipazione e la libertà di tutti”.