È morto all’ospedale di Verona uno dei sei operai feriti venerdì notte nell’incidente all’Aluminium di Bolzano. L’uomo è un 30enne di origine senegalese, Bocar Diallo, ed era stato trasportato di notte in elicottero al reparto grandi ustionati di Borgo Trento, dove sabato sera è deceduto per la gravità delle ferite. Sabato la direzione sanitaria aveva fatto sapere che Diallo aveva ustioni sul 57% del corpo e il decesso è sopraggiunto proprio per “le pesanti conseguenze” prodotte negli organi interni”.

Il “peggioramento del quadro gravissimo si è verificato nel pomeriggio di ieri (sabato, nda) con un episodio acuto a carico dei polmoni”. Da poco tempo la vittima era stata assunta a tempo indeterminato. Con lui sono rimasti feriti cinque colleghi, anche loro tutti giovanissimi e di origine straniera. Al momento – sottolinea l’azienda sanitaria – “appaiono, invece, stazionarie nella criticità le condizioni dell’altro operaio ricoverato a Verona, un albanese di 33 anni con ustioni su oltre il 30% del corpo. “La prognosi resta riservata perché la situazione permane molto critica e non si è ancora conclusa la fase acuta”, conclude l’Asl veronese.

Nella fabbrica si produce alluminio dal 1936. Aluminium ha iniziato la produzione di estrusi in leghe dure nel 1976, divenendo leader nel mercato europeo. L’impianto è considerato moderno e sicuro ed è un esempio dell’industria pesante del capoluogo altoatesino. L’incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte di venerdì quando un forno, nuovo, installato pochi mesi fa, è saltato per aria mentre avveniva la colatura dell’alluminio provocando uno scoppio e un grosso incendio che ha investito i sei operai. Lo scenario che si è presentato ai soccorritori è stato apocalittico: un’intera ala dell’industria è cancellata dall’esplosione.

L’esatta dinamica dovrà essere stabilita da periti che saranno nominati dalla Procura di Bolzano: “Allo stato attuale non vi sono ancora degli indagati, dovendo gli organi accertatori ricostruire le posizioni di garanzia all’interno dello stabilimento sulla base della documentazione aziendale che è stata acquisita ad esito dei primi interventi”, hanno spiegato i magistrati che nel frattempo hanno sequestrato l’impianto.

“Abbiamo bisogno invece di più controlli, di sanzioni e pene più severe per quanti non rispettano le norme relative alla salute e sicurezza. Continueremo a rivendicare un cambiamento radicale su questo tema. Lo faremo con ogni mezzo e strumento disponibili. E sciopereremo ogni qual volta si verificherà un infortunio fin tanto che il tema non verrà affrontato con la dovuta serietà. Anche su questa vicenda ci costituiremo parte civile come in ogni processo perché c’è la necessità di cambiare la narrazione nel nostro Paese”, hanno dichiarato la Fiom-Cgil nazionale e la Fiom-Cgil di Bolzano. Alle istituzioni viene chiesto di “assumere decisioni che pongano fine a questa strage continua”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Singh morto a Latina, il titolare della cooperativa e padre del capo del bracciante è indagato da cinque anni per caporalato

next
Articolo Successivo

Cede il tetto di un capannone industriale: muore elettricista di 29 anni vicino a Latina

next