Londra e Halle sono separate da poco più di 1.000 chilometri, ma in questa domenica 23 giugno sembrano molto più vicine, strettamente collegate da uno spesso filo azzurro per un evento che non sarebbe stato nemmeno immaginabile fino a qualche anno fa e che sintetizza al meglio il 2024 magico che sta vivendo il tennis italiano. Jannik Sinner e Lorenzo Musetti giocheranno in finale nei tornei Atp 500 di Halle e del Queen’s. Non era mai successo che due tennisti italiani approdassero nella medesima settimana all’ultimo atto in due tornei sull’erba. Il numero 1 del mondo se la vedrà contro l’amico Hubi Hurkacz (ore 14.00), mentre Musetti contro Tommy Paul (ore 15.00).
Halle e Queen’s sono i tornei 500 più prestigiosi e storici del circuito. In pratica equivalgono a un Masters 1000. Crocevie fondamentali sulla strada per Wimbledon, attraversati e vinti da tutti i grandi del tennis, da Roger Federer a Rafa Nadal, da Novak Djokovic a Andy Murray, da Stefan Edberg a John McEnroe. Ed è in questi teatri così prestigiosi che arriva adesso un concetto chiaro a tutto il circuito, indipendentemente da come andranno le due finali. Dopo averlo dimostrato sul cemento, in Coppa Davis, negli Slam e nella classifica mondiale, il tennis italiano sta dimostrando di sapere dominare anche sull’erba.
Qualcosa di assolutamente antistorico per la nostra racchetta. L’erba infatti è da sempre la superficie più lontana dalla nostra tradizione, radicata nella terra rossa. Una sorta di grande nemica. Negli ultimi anni gli exploit di Matteo Berrettini avevano cambiato la prospettiva, ma il romano era comunque il solo a saper primeggiare davvero sulla superficie verde con finali e titoli. Per gli altri c’erano grandi soddisfazioni (semifinale di Sinner a Wimbledon nel 2023) o successi isolati (Sonego ad Antalya nel 2019). Adesso invece, con questi risultati di Musetti e di Sinner, si comincia a vedere un quadro d’insieme molto più ampio. Il movimento italiano nel suo complesso che punta a conquistare anche l’erba. Ed eccellere sull’erba significa mettere nel mirino il colpo più grosso che il tennis può mettere a disposizione: Wimbledon. Le finali di Halle e del Queen’s sono un importante biglietto da visita da esibire ai Championships, dove il tennis italiano ha raccolto appena una finale in 137 edizioni (Berrettini nel 2021).
Sinner inoltre con questo risultato ha conquistato una finale al primo torneo disputato da numero 1 del mondo. E non è una cosa riuscita a tutti, anzi. Dal 2000 ad oggi l’azzurro è appena il quarto giocatore. Prima di lui ce l’avevano fatta solo Juan Carlos Ferrero (Thailand Open 2003), Novak Djokovic (Masters Montreal 2011) e Andy Murray (ATP Finals 2016). Da quando esiste invece il ranking è il dodicesimo giocatore a riuscirci: Jimmy Connors (Indianapolis 1974), Bjorn Borg (Montecarlo 1979), Ivan Lendl (Bruxelles 1983), Mats Wilander (Palermo 1988), Stefan Edberg (Long Island 1990), Jim Courier (Bruxelles 1992), Pete Sampras (Hong Kong 1993) ed Andre Agassi (Tokyo 1995).
In questa giornata così importante e particolare un posto di rilievo lo trova nuovamente anche il doppio. Dopo la finale persa al Roland Garros, Andrea Vavassori e Simone Bolelli si ripresentano in finale alla prima occasione utile sull’erba. Il duo azzurro, alle 11.30, sfiderà ad Halle la coppia tedesca composta da Tim Putz e Kevin Krawietz, per provare a conquistare il secondo titolo della stagione dopo quello di Buenos Aires. Un torneo che ha regalato ai due la prima posizione della Race mondiale, e un piede nelle prossime Atp Finals di Torino.
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