Julio Velasco torna, vince, convince e piazza la sua Italia femminile al primo posto del ranking mondiale. A due anni dall’impresa di Ankara, capitan Danesi e compagne hanno conquistato la Nations League al PalaHuamark di Bangkok superando il Giappone al termine di un match che ha visto le azzurre sciorinare il meglio del loro repertorio. Efficace in muro difesa, precisa al servizio e sostanzialmente perfetta in attacco, l’Italia ha coronato nel migliore dei modi un percorso di costante crescita globale iniziato il 15 maggio ad Antalya (3 vittorie e 1 sconfitta), proseguito a Macao (3 vittorie e 1 sconfitta) e Fukuoka (4 vittorie), e concluso, in maniera trionfale, a Bangkok (1 set perso). Per il neo CT azzurro, Julio Velasco si tratta di un nuovo successo da aggiungere alle 5 World League conquistate negli anni ’90 alla guida della nazionale maschile, risultato sugellato anche dal primato assoluto nel World Ranking. Nella notte, con un volo in partenza da Bangkok per Milano Malpensa (verso le 14:00) con scalo a Dubai, le azzurre rientreranno in Italia per godere di qualche giorno di meritato riposo prima di riprendere la preparazione in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.
La cronaca – Per la sfida finale Velasco inizia con Orro in palleggio, Egonu opposta, Degradi e Sylla schiacciatrici, Danesi e Fahr al centro, e De Gennaro libero. Dall’altra parte della rete, invece, si schierano con Iwasaki e Wada in diagonale, Koga e Ishikawa martelli-ricettori, Airi e Yamada al centro, e Kojima libero. L’avvio del match è tutto azzurro: Egonu scalda il braccio da seconda linea, Sylla piazza un gancio no look dopo due super difese di De Gennaro e poi Wada spara fuori (3-0). Dopo un immediato timeout, le asiatiche accorciano con Koga (3-2) salvo poi subire un nuovo allungo italiano firmato da Danesi e Fahr a muro, e un’ottima Degradi in banda (8-4). Le azzurre non sbagliano nulla in ricezione, tengono in muro difesa e continuano a martellare in attacco con Degradi ed Egonu spaccando in due il set (16-10). È la fuga giusta, nonostante un tentativo di rientro giapponese capeggiato da Ishikawa (18-14), sigillata dalle giocate di Sylla, Egonu e Degradi (7 punti) per il 25-17 che chiude il primo parziale.
Dopo il break le giapponesi accelerano: vanno sotto 1-3 ma con Koga ed Ishikawa rispondono colpo su colpo alle azzurre sino al 9-8. Poi si accende Paola Egonu che con 4 punti di fila (di cui 1 muro) porta l’Italia sul 13-9 costringendo il Giappone a rifugiarsi nel timeout. Un tentativo vanificato dalla ferocia con cui Danesi e compagne continuano a premere (bene Degradi in attacco e Danesi a muro) allungando in maniera definitiva chiudendo il set 25-17. La musica non cambia nel terzo parziale: l’Italia detta il ritmo con Egonu e Sylla imprendibili in attacco grazie anche ad un’ottima prova di Orro in regia (7-5). Koga però continua a lottare tenendo le sue a contatto (7-7 con la pipe di Inoue). Le asiatiche prendono addirittura il comando (9-10) su errore in attacco di Degradi. È il primo momento di difficoltà del match dell’Italia che Velasco prova a frenare inserendo Lubian per Fahr al centro sull’11-12. Il Giappone, spinto dal pubblico del PalaHuamark di Bangkok tocca il +3 sull’ottimo attacco piazzato di Koga che accende improvvisamente Inoue (attacco + 2 ace di fila). Il break diventa importante (13-18) con Velasco che concede campo a Bosetti per Degradi. L’Italia però non vuole arrendersi trovando con Sylla e Egonu due colpi vincenti per accorciare (16-18) salvo poi veder sfumare la rimonta quando Yamada prima e poi una ricezione difettosa spalancano le porte del set alle giapponesi (18-22) ciniche poi a chiudere 21-25.
La pausa giova a Danesi e compagne che tornano a ruggire in avvio di terzo parziale con Fahr (muro e attacco) ed Egonu (6-2). Nonostante qualche difesa miracolosa delle asiatiche l’Italia continua a macinare gioco e solo un parziale blackout al PalaHuamark frena l’incedere di Egonu e compagne che dopo aver toccato l’11-6 provano ad imboccare la fuga decisiva. De Gennaro non fa cadere più nulla nel campo azzurro, mentre Orro, nonostante un colpo subito sottorete, orchestra l’attacco che trova anche in Bosetti un importante sbocco offensivo (17-12). Il Giappone non riesce a rientrare e quando Antropova arpiona sottorete una rara ricezione sbagliata, ecco che le azzurre prendono il largo chiudendo in trionfo (25-20).