Vigili del fuoco “regionalizzati”? All’indomani dell’approvazione dell’Autonomia differenziata – tra le proteste dell’opposizione e gli annunci di ricorsi di alcuni governatoriGianpaolo Bottancin, assessore veneto all’Ambiente, in un post ha lanciato la proposta che però non è stata accolta con molto entusiasmo dai diretti interessati. “Questa notte (il 19 giugno, ndr) il parlamento ha votato il primo provvedimento per l’#autonomia. Tra le materie che possono essere trasferite senza la definizione dei lep (livelli essenziali di prestazione) hanno inserito anche la #ProtezioneCivile. La richiesta che da tempo ho formalizzato per il Veneto è un modello simile a quello che è presente nella provincia autonoma di Trento, con i #vigilidelfuoco regionalizzati. D’altro canto i vigili del fuoco sono la “componente fondamentale del sistema di protezione civile”, come recita il codice della protezione civile. Questa la richiesta che già oggi in commissione avrò modo di ricordare”. Ma se c’è un corpo su cui tutti gli italiani contano e si fidano in maniera totale e unita è proprio quello dei vigili del fuoco.

Il primo no arriva proprio dal sindacato e per motivi che sono sotto gli occhi di tutti: ovvero gli interventi in caso di calamità e disastri in cui sono impegnati i vigili del fuoco, anche al di fuori dal territorio regionale. sempre più spesso. “No alla regionalizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sarebbe un grave errore e un danno al sistema di soccorso pubblico italiano – dice Ernesto Magliocchetti, segretario per il Veneto del sindacato conapo -. È inutile che l’assessore all’Ambiente e Protezione civile del Veneto Gianpaolo Bottaccin faccia il paragone con i vigili del fuoco della provincia di Trento che sono una realtà ben diversa con funzioni ridotte rispetto al Corpo nazionale, composta per lo più da volontari e che non è strutturata per far fronte alle grandi mobilitazioni che si rendono necessarie per far fronte alle emergenze nazionali. Spiace che l’assessore Bottacin abbia la visuale ridotta dal suo osservatorio del Veneto e non valuti anche le necessità di interoperabilità dei vigili del fuoco sull’intero territorio nazionale, cosa che ci viene invidiata da tutto il mondo e che non può certo soggiacere alla voglia di autonomia regionale. Non confondiamo la protezione civile con il soccorso pubblico, la prima è materia concorrente stato-regioni, la seconda è una species della sicurezza pubblica e la costituzione la riserva allo Stato che la attua tramite il ministero dell’Interno”. Insomma la proposta rispedita al mittente con tanto

Un “no” secco alla regionalizzazione dei Vigili del Fuoco e l’invito al ministro dell’Interno a fare chiarezza su questa ipotesi arriva anche dal sindaco di Ravenna e presidente della stessa provincia, Michele de Pascale probabilmente per ragioni di “vicinato”. “Il Veneto chiede la regionalizzazione dei Vigili del Fuoco. Porta a questo l’autonomia differenziata? Il ministro Piantedosi smentisca immediatamente”. Di questi tempi, “un anno fa – puntualizza de Pascale – se non ci fosse stato il corpo dei Vigili del Fuoco con procedure e attrezzature univoche in tutta Italia avremmo vissuto una vera e propria ‘Caporetto’ in Romagna. Voglio rammentare i 40.000 uomini giunti da tutta Italia tra giugno e agosto 2023, gli oltre 25.000 interventi di soccorso, 36.000 mezzi impiegati, oltre 9000 salvataggi: numeri impressionanti, e dietro ai numeri organizzazione ed efficienza che dipendono da procedure nazionali consolidate e omogenee in tutta Italia”. Cose, argomenta, che “la comunità ravennate non dimentica: per questo ha conferito la Cittadinanza onoraria all’ingegner Carlo Dall’Oppio, Capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e non smetterà mai di ringraziare i Vigili del fuoco che, insieme alle altre forze di intervento e alla Protezione civile, hanno gestito l’emergenza con professionalità, impegno e abnegazione garantendo la sicurezza alle nostre comunità”. Quindi, conclude il primo cittadino romagnolo, “non riesco davvero a capire quale sarebbe il vantaggio di smembrare questa grande eccellenza che il mondo ci invidia per creare 20 piccoli corpi regionali”.

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