Abbiamo provato in anteprima la prima, assurda, esplosiva ora e mezzo di Dustborn, il nuovo titolo action/story-driven sviluppato dai norvegesi Red Thread Games (Dreamfall Chapters, Draugen) e distribuito da Quantic Dreams. Dustborn uscirà il prossimo 20 Agosto e una cosa è certa: le premesse sono eccellenti.
Una storia distopica, ma non distante dalla realtà
Dustborn ci vedrà vestire i panni di Pax, un’Anomala che farebbe di tutto per sfuggire alla sua insulsa quotidianità senza sbocchi. Pax, sua sorella ed i suoi amici vengono assunti per consegnare un pacco decisamente importante dall’altro lato della nuova Repubblica d’America, controllata col pugno di ferro dalla “Giustizia”. Per riuscire nel loro piano partiranno insieme per un road tour come band punk-rock come copertura e, naturalmente, questo sarà un viaggio di scoperta di sé stessi, dei propri amici e dell’altra faccia della Giustizia.
Dustborn parla anzitutto di sentimenti, emozioni e reazioni. Parla di fobie, disturbi mentali e ansie. Parla direttamente al cuore dei giovani e riesce nell’intento di farli sentire compresi ed ascoltati, ma soprattutto rappresentati. Pax e i suoi amici sono infatti delle “Anomalie”, degli outsiders della società con dei poteri unici incanalati attraverso la loro voce. Una dinamica interessante e, se vogliamo leggerla in termini sociologici, profonda e diretta al punto: la nostra voce ha ancora potere e in quanto tale va usata bene.
Gameplay e dinamiche di gioco
Non temete, non si tratta di un titolo dove si conversa e basta: in Dustborn si mena forte. Sebbene le fasi di dialogo occupino la maggioranza della storia (in alcuni casi un po’ prolissa) e siano fondamentali per comprendere meglio Pax e i suoi amici, ma soprattutto la distopica nuova Repubblica d’America (che poi tanto lontana dalla realtà del 2024 non è), le fasi puramente action si presentano spesso e all’improvviso come in una rissa da bar ben pensata e noi, ma zza da baseball alla mano dovremo lottare, ma soprattutto urlare ed utilizzare i nostri poteri al meglio e in combinazione con quelli degli amici per sbloccare combinazioni uniche.
Oltre al lato story-driven e ai combattimenti Dustborn si arricchisce con tantissimi mini-game e puzzle ambientali, oltre ad uno sviluppo del personaggio legato anche allo sblocco dei diversi Echi in giro per le diverse aree, che il giocatore può analizzare con il suo ME-EM.
Un comparto artistico degno di nota
Lo stile fumettistico di Dustborn colpisce anzitutto per l’impatto delle palette di colori scelte sia per i personaggi che per le ambientazioni che, quasi come in Asteroid City di Wes Anderson, spiccano in termini di tonalità particolarmente accese e ben accostate tra di loro e che ne esaltano i protagonisti, ma anche il grande deserto del Nevada. Pax e i suoi amici sono disegnati benissimo, sono ben caratterizzati e diversi tra loro e il gioco stesso ci tiene a sottolinearne i tratti caratteriali direttamente nell’hud di gioco, per dare un taglio sempre fumettistico ben distinto.
Conclusione ed aspettative
La prima ora e mezzo di Dustborn è decisamente volata. Il nuovo titolo di Red Thread Games riesce infatti nell’intento di incuriosire e guardare al 20 Agosto con un bel po’ di hype, per scoprire quale sarà il destino di Pax e dei suoi amici e per approfondire tutto quello che riguarda la “Giustizia”. Come detto poc’anzi il comparto artistico di Dustborn spicca per originalità, così come il gameplay funziona nella sua varietà di attività che possono scalare dalle situazioni più “cozy” in compagnia degli amici, passando poi a momenti action adrenalinici fino ai mini-games, resi parte integrante dell’esperienza e non più un’attività satellite.