Poche (o quasi nessuna) novità, tante riconferme di un programma che l’estrema destra sogna da sempre di portare al governo. Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen, si è presentato davanti ai giornalisti a sette giorni dal voto per le legislative e ha lanciato il piano d’azione del Rassemblement National. Una lista di proposte di bandiera per il partito che sogna la conquista storica di Matignon, il Palazzo Chigi parigino: dalla stretta sui migranti e per chi “non è francese al 100%”, al “big bang di autorità” che auspica nelle scuole alla “riduzione delle bollette”. “Siamo pronti a governare”, è stata una delle prime frasi. Una risposta a chi, soprattutto dal campo presidenziale, sta giocando tutta la campagna elettorale sulla presunta incapacità del partito di stare all’esecutivo in una fase così delicata per la Francia e per l’Europa. Bardella invece, ci crede. E, nel caso in cui diventessa premier, assicura che non intende “essere un collaboratore” di Macron. Tutti gli scenari restano aperti: stando ai sondaggi il RN è saldamente in testa, ma non è scontato che possa avere la maggioranza assoluta. E se così non fosse, Bardella si è già chiamato fuori: “Formeremo un governo se avremo la legittimità per farlo e se avremo la maggioranza assoluta”, ha detto precisando che non vuole andare “15 giorni” a Matignon per “gloria personale” ed essere obbligato ad andarsene dopo poco. Quindi, si è presentato come “l’unico baluardo contro il rischio reale che l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon prenda il potere. Aprire le porte all’immigrazione, disarmare la polizia, introdurre un sistema fiscale predatorio: il programma” del nuovo Fronte Popolare “è un pericolo”, ha detto.
La politica estera: da Kiev alla Palestina – Il primo punto su cui giocano i detrattori è che la vittoria del RN possa destabilizzare gli equilibri francesi in politica estera e, di conseguenza, anche in Europa. Per questo Bardella, ormai da tempo lontano dalle posizioni delle origini di Le Pen che invocava l’uscita dalla Nato, ha ribadito che, se sarà primo ministro, confermerà “il sostegno della Francia all’Ucraina“, ma mettendo dei paletti: pur assicurando di essere “favorevole a continuare a fornire supporto logistico e armi all’Ucraina”, ha ribadito le sue “linee rosse”: ovvero “inviare truppe sul suolo ucraino” e “missili a lungo raggio o altre attrezzature che potrebbero colpire direttamente le città russe”. Il leader del RN, accusato più volte proprio per la vicinanza a Mosca, ha garantito che sarà “estremamente vigile (dinanzi,ndr.) ai tentativi di ingerenza della Russia” sulla Francia. Perché “la Russia è una minaccia multidimensionale sia per la Francia sia per l’Europa”. E “sta sfidando gli interessi francesi, da diversi mesi, diversi anni, nelle nostre storiche zone di influenza in Africa, nel Mar Nero, ma anche Oltremare, sostenendo la causa, in particolare, delle Comore”.
Infine, Bardella ha parlato anche della questione israelo-palestinese. La possibilità di creare due Stati, che in passato era stata sostenuta dallo stesso RN, ora è stata “resa obsoleta nell’immediato futuro dalle atrocità e dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023”. “Riconoscere oggi uno Stato palestinese”, ha detto “vorrebbe dire riconoscere il terrorismo”. Parole che pongono l’estrema destra in contrapposizione diretta con il fronte della sinistra che, sul tema, ha mostrato posizioni diametralmente opposte. Bardella ha anche detto che da primo ministro intende essere uno “scudo per i nostri connazionali ebrei dinanzi ad un islamismo che non vuole solo separare la Repubblica, ma conquistarla”.
Stretta sui migranti e limiti a chi ha la doppia nazionalità – Il cuore delle proposte e dei propositi del RN al governo è naturalmente sulla stretta alle politiche migratorie. Bardella ha ribadito l’intenzione di andare avanti con il pugno duro. Ha assicurato che eliminerà lo Ius soli, “rimuoverà gli ostacoli all’espulsione di delinquenti e criminali stranieri” e ripristinerà il reato ”di soggiorno irregolare” . Il leader 28enne ha anche auspicato di riuscire a “convincere” il presidente Macron sulla convocazione di un referendum sull’immigrazione” per rendere intoccabile la Costituzione su temi come “la restrizione del ricongiungimento familiare e la sospensione della regolarizzazione degli immigrati clandestini da parte dei prefetti”.
Bardella ha anche annunciato che, se mai prendesse il potere, “gli incarichi strategici dello Stato, a cominciare dalla diplomazia e dall’esercito, saranno riservati a cittadini 100% francesi”. Proprio questa mattina, il deputato lepenista Sébastien Chenu aveva promesso il divieto per le persone con doppio passaporto di svolgere lavori “estremamente sensibili” per la Francia. La proposta è quella di impedire gli incarichi a chi ha una doppia nazionalità, ad esempio chi ha quella francese e marocchina (e non può rinunciare alla seconda).
Scuola e il “big bang di autorità” – Bardella ha promesso un “big bang di autorità” nelle scuole di Francia “già dal prossimo ritorno in classe di settembre”: “I telefoni cellulari saranno vietati negli istituti scolastici tra cui i licei”, ha dichiarato l’esponente di estrema destra, annunciando anche ”l’obbligo di dare del voi agli insegnanti“. Il fedelissimo di Marine Le Pen ha inoltre assicurato che “le sperimentazioni sull’uso dell’uniforme verranno portati avanti: sono, a titolo personale, favorevole alla sua introduzione dalle elementari ma anche alle medie”. Il leader RN ha anche parlato di un intervento a livello disciplinare: “Sosterrò sistematicamente gli insegnanti”, con l’introduzione di “sanzioni minime nei consigli di disciplina” e la creazione di “centri specializzati per ospitare gli alunni che disturbano o sono molesti”. Quindi ha stretto l’occhio a Eric Ciotti, leader dei Repubblicani sconfessato e sfiduciato dopo la sua apertura proprio all’estrema destra: “Riprenderò la legge Ciotti del 2010, abrogata da François Hollande, che prevede la sospensione degli assegni familiari e delle borse di studio in caso di gravi e ripetuti disordini nelle scuole”.
Dalle pensioni alle bollette – Uno dei tasselli più importanti è la garanzia che anche Bardella, come il Nuovo Fronte Popolare, intende abolire la contestatissima riforma delle pensioni voluta da Macron e che ha portato la Francia in piazza per settimane. “Sarà in linea di principio abrogata”, ha detto oggi Bardella. “Dall’autunno i francesi che hanno iniziato a lavorare prima dei 20 anni e che hanno 40 anni di servizio pensionabile potranno andare in pensione a partire dai 60 anni”.
Per quanto riguarda gli interventi per favorire il potere d’acquisto, altra preoccupazione dell’elettorato RN, Bardella ha proposto la “riduzione dell’Iva sull’energia” dal 20 “al 5,5 per cento”. Una misura che, scrive le Monde, avrebbe un costo di 17 miliardi di euro. E che per il leader di estrema destra sarebbe possibile con una “deroga” della Francia alle regole europee sui prezzi dell’energia. “Per far calare le proprie bollette energetiche, la Francia deve poter ripiristinare un costo francese dell’energia, allineato sul suo costo di produzione reale”. E ha aggiunto: “Nel nostro Paese, il riscaldamento e i trasporti stanno diventando un lusso”.
Sul fronte ambientale: ha ribadito il sostegno al nucleare (“elemento importante e strutturante”), ha proposto di ricostruire “un’industria fotovoltaica” da proteggere a livello Ue e vuole “allentare i vincoli ambientali eccessivi” sull’acquistop e l’affitto di immobili con bassa prestazione energetica. Per quanto riguarda i salari, Bardella ha promesso di “dare alle imprese la possibilità di aumentare i salari senza pesare sul costo del lavoro e sulla competitività”: ovvero vuole consentire alle imprese di “aumentare i salari del 10% senza contributi da parte del datore di lavoro per cinque anni, fino a tre volte il salario minimo (1.766 euro lordi)”. Bardella ha poi parlato rapidamente anche di interventi contro la riduzione dei servizi sanitari in molte zone del Paese: “Aboliremo l’imposta sul reddito per i medici e gli infermieri in pensione che tornano a lavorare”, ha detto. E “introdurremo immediatamente una moratoria su tutte le chiusure di strutture sanitarie a rischio”. Infine, sulla natalità, ha promesso il sostegno fiscale per chi decide di fare un secondo figlio.
Ma dove troverà i fondi? Bardella ha sostenuto che la Francia sarebbe “quasi in bancarotta” dopo 7 anni con Emmanuel Macron al potere. Per questo, ha dichiarato, serve un “programma economico ragionevole” per risollevarla. E per farlo ritiene necessario, innanzitutto, una “verifica dei conti del Paese” per individuare dove è possibile risparmiare: “Sarà intrapresa una revisione dei conti del Paese, con una commissione di revisione incaricata di fare luce sulle finanze pubbliche e sugli eccessi di bilancio senza precedenti del governo uscente”. Senza presentare dati precisi sulle spese aggiuntive o sulle entrate generate dal suo programma, Bardella ha citato diverse misure di risparmio “graduali”, tra cui la riduzione del contributo della Francia all’Unione europea, l’eliminazione degli sgravi fiscali, l’aumento del contributo sugli affitti e altre misure legate all’immigrazione. “Non solo le mie misure sono quantificate, ma sono anche ragionevoli”, ha affermato Bardella. Salvo poi dire però, mettendo le mani avanti, che il margine di manovra resta limitato vista la situazione finanziaria in Francia delicata. Insomma, se avrà la maggioranza assoluta e se arriverà a Matignon, la strada si preannuncia già in salita.