Il Macron che va alla guerra non sembra aver pagato dal punto di vista elettorale. Il declino del suo partito Renaissance va avanti da anni, ma i risultati delle ultime elezioni europee, con Rassemblement National di Marine Le Pen che ha raccolto il doppio delle preferenze, hanno messo in luce una crisi che il presidente aveva cercato di limitare anche mettendosi alla testa del fronte più intransigente nei confronti di Vladimir Putin, arrivando a ipotizzare l’utilizzo di truppe europee in Ucraina. Intervistato dal podcast Génération Do It Yourself, a pochi giorni dalle elezioni politiche, il capo dell’Eliseo ammorbidisce quindi la sua posizione: “Non penso ci sia una guerra che arrivi sul nostro territorio. Non penso nemmeno che domani andremo a impegnarci sul suolo ucraino”, ha detto.

Le sue parole arrivano nello stesso giorno in cui il suo principale avversario e candidato premier del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha dichiarato che “l’invio di truppe sul territorio ucraino” è una delle sue “linee rosse” che non intende oltrepassare. Questo non significa, ha spiegato il candidato di estrema destra, che il sostegno della Francia a Kiev verrà meno, solo che non si arriverà a un coinvolgimento diretto delle truppe nazionali nel conflitto. Cosa che, invece, Macron non ha escluso.

Il presidente francese non ha totalmente smentito le sue posizioni di pochi mesi fa, ma ha comunque dichiarato che non ci sono al momento le condizioni affinché queste si concretizzino. E alla domanda sulla “paura” di un connazionale, timoroso che il conflitto possa degenerare se non addirittura raggiungere la Francia, Macron ha risposto: “Capisco benissimo e penso che non sia il solo”, aggiungendo a quel punto di non ritenere prossimo l’invio di truppe francesi in Ucraina.

Il capo dello Stato non ha però potuto evitare di dare spiegazioni riguardo alle sue dichiarazioni di febbraio. Così ha detto che quanto si “gioca in Ucraina, che si trova a 1.500 km dal nostro confine, non è dall’altra parte del mondo, è anche l’avvenire dell’Europa e della nostra sicurezza. Se non facciamo ciò che stiamo facendo collettivamente lasciamo di fatto campo libero alla legge del più forte. E non c’è alcun motivo per dire che la Russia si fermi qui. Nessuno”.

Il presidente francese si è poi scagliato di nuovo contro gli avversari alle prossime elezioni, affermando che i programmi degli “estremisti” conducono alla “guerra civile“.

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