Uno scontro politico tutto interno al centrodestra sui diritti Lgbtq+. Ancora una volta il Pride di Palermo accende la polemica interna alla coalizione che guida il capoluogo siciliano. Da quando Roberto Lagalla è stato eletto primo cittadino, la manifestazione a favori dei diritti Lgbtq+ è ormai occasione per una faida interna. Ancor più quest’anno che si è svolto poco dopo le elezioni amministrative, dove i numeri nella compagine del centrodestra sono stati tutti a favore di Forza Italia, che a Palermo ha ottenuto il 19,52 contro il 16,44 di Fdi e il risicatissimo 3,74 della Lega. Ad esprimersi contro la manifestazione sono state, non a caso, Carolina Varchi e Sabina Figuccia, la prima di Fdi e la seconda della Lega. Varchi, ex vicesindaca e deputata meloniana, ha lanciato la polemica con un post al vetriolo, un vero e proprio messaggio rivolto agli esponenti di centrodestra presenti alla manifestazione: “Il Pride è ormai una manifestazione ideologica della sinistra. Agli esponenti della coalizione di centrodestra e agli organizzatori che parteciperanno garantisco che nessuna delle rivendicazioni del Pride diventerà mai legge, così come abbiamo promesso ai nostri elettori quando ci siamo presentati alle elezioni. Anzi stiamo lavorando a provvedimenti che vanno in direzione contraria all’ideologia Lgbt, come l’istituzione del reato universale di maternità surrogata”.

“Varchi minaccia i suoi e non solo i suoi, nessuna rivendicazione del Pride diventerà mai legge, dice in una nota che ha già il sapore di “dolcissime” leggi punitive e razziali. Mentre allo stesso tempo riduce tutto alla sola questione della maternità surrogata”, risponde subito Mari Albanese dell’assemblea nazionale del Pd.

Ma gli strali dell’ex vicesindaca erano diretti soprattutto ai suoi alleati. Alla manifestazione di sabato, infatti, una delle più partecipate degli ultimi tempi, erano presenti due assessori comunali, Maurizo Carta e Fabrizio Ferrandelli, e lo stesso sindaco Roberto Lagalla. Non una novità per il primo cittadino che quando era rettore dell’università di Palermo, diede il suo patrocinio alla manifestazione, ormai più di dieci anni fa. Una manifestazione quella palermitana nata nel lontano 2009, grazie alla spinta di Luigi Carollo, scomparso solo due mesi fa, e che negli anni ha avuto il patrocinio oltre che dell’università anche del Comune e della Regione. “Lì dove sono in gioco i diritti umani, non c’è spazio per la politica”, così Lagalla ha risposto alle polemiche lanciate da Varchi. E riprese da Sabina Figuccia, capogruppo in consiglio comunale della Lega: “Non comprendo come si possa inneggiare al Pride come ad una manifestazione per i diritti di tutti, quando è del tutto evidente che i diritti non c’entrano nulla. Si tratta di una manifestazione che definirei pittoresca e decisamente fuori luogo perché spesso ad essere lesi sono i diritti di tutti coloro che non vorrebbero assistere a quelli che spesso rasentano il reato di “atti osceni in luogo pubblico”.

Non è d’accordo però Edy Tamajo, assessore regionale di Forza Italia, che alle scorse Europee ha ottenuto più di 121mila voti, risultando il più votato tra i candidati siciliani, secondo Tamayo che ha voluto ringraziare gli organizzatori, il Pride “è un momento fondamentale per rivendicare i diritti di tutt*, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o da qualsiasi altra caratteristica personale. È una celebrazione a favore di una comunità più equa e un richiamo all’uguaglianza e alla giustizia sociale. Un’opportunità per ribadire che ogni persona deve essere libera di vivere la propria vita senza discriminazioni e con pari opportunità”. “È uno scontro tutto interno al centrodestra e se fa piacere vedere il primo cittadino partecipare alla manifestazione come ha sempre fatto, sicuramente dispiace assistere ad uno scontro politico che nulla ha a che fare con i diritti, consumato sulla pelle di una comunità che ancora subisce violenze e discriminazioni”, dice Sergio Lima del Pd.

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