Un ragazzo di 17 anni, Thomas Christopher Luciani, è stato ucciso a Pescara con un coltello da sub e il suo corpo è stato trovato tra le sterpaglie in un parco del centro nella tarda serata di domenica 23 giugno. In mattinata sono stati fermati con l’accusa di omicidio due minorenni, che avrebbero fatto parte di un gruppo di 7-8 persone presente sul luogo del delitto: uno è figlio di un avvocato e l’altro di un carabiniere. I due ragazzi sono in stato di fermo in un centro di prima accoglienza: entro quattro giorni ci sarà l’udienza di convalida. Dopo il primo interrogatorio, nessuno dei due avrebbe mostrato segni di pentimento. Secondo le prime ricostruzioni, i due dopo l’assassinio sono andati a fare il bagno al mare. Lì, presumibilmente, si sarebbero disfatti del coltello. Per recuperare l’arma sono al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Le ipotesi – Tra le prime ipotesi formulate dagli investigatori della Squadra mobile della questura di Pescara, anche quella del regolamento di conti nell’ambito dello spaccio. Il parco Robert Baden Powell è infatti conosciuto per essere luogo in cui si smerciano sostanze stupefacenti. In ballo, spiegano gli investigatori, ci sarebbe stato un debito tra i 200 e i 250 euro. Sul posto, domenica sera, sono intervenuti anche gli agenti della Volante, la polizia scientifica, il 118, il procuratore capo Giuseppe Bellelli, il pm di turno Gennaro Varone, il procuratore capo del Tribunale per i minorenni de L’Aquila David Mancini, il pubblico ministero minorile di turno Angela D’Egidio e il medico legale Cristian D’Ovidio. Già lunedì mattina è stata eseguita l’autopsia sul corpo della vittima. Nessun documento era stato trovato per identificare la vittima di origini albanesi ma ben integrato in Italia. Il 17enne, che viveva con la nonna, aveva un precedente per droga. Gli investigatori stanno cercando di determinare se l’omicidio sia avvenuto nel parco o il corpo è stato successivamente portato lì e se i due fermati sono stati aiutati.

La vittima attirata e poi colpita – Secondo i primi accertamenti, si propende per la prima ipotesi: Luciani sarebbe stata attirata in una zona non sorvegliata del parco e poi colpita ripetutamente nelle parti vitali del corpo. Il corpo del ragazzo è stato trovato in un’area retrostante al parco, in mezzo a dei cespugli dietro un campetto di calcio. Evidenti, sul corpo, i segni di ferite. Per tutta la notte sono stati sentiti alcuni testimoni e analizzati tutti gli elementi utili. Le sinergie operative hanno consentito di imprimere una svolta significativa alle indagini con l’acquisizione delle immagini di sorveglianza. “La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse – hanno spiegato gli investigatori in una nota – Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e delle responsabilità”.

Il sindaco – “Quella che si è consumata ieri a Pescara è una tragedia – ha detto il sindaco di Pescara, Carlo Masci – L’omicidio di un giovanissimo, che sarebbe avvenuto per mano di altri ragazzi, lascia sgomenti e senza parole, qualunque sia il movente e lo scenario in cui è maturato il fatto di sangue. Al di là delle motivazioni, che non conosciamo, non si può morire quando si ha una vita intera davanti, così come è assurdo che ci si macchi di un delitto così grave”. Secondo Masci, “tutti ci dobbiamo interrogare sui limiti e le mancanze della nostra società nei rapporti con i più giovani: le istituzioni, il mondo della scuola, le famiglie devono tutelare e sostenere sempre i ragazzi, prevenendo o frenando qualsiasi devianza o deriva, e quando avvengono episodi di questa gravità è chiaro che bisogna porsi delle domande”.

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