Politica

Autonomia differenziata, continuiamo a farci del male

I presidenti di Regione, dalla Lombardia alla Sicilia, con buona parte di quelle che stanno in mezzo, sono finiti in gabbia per “irregolarità” gestionali. Alcune Regioni funzionano meglio di altre, e riescono a tollerare il malaffare, ma fino a un certo punto. I lombardi, durante il Covid, hanno pagato con molte vite le conseguenze di una sanità sbilanciata e, non paghi, hanno rieletto chi ha gestito malissimo la pandemia. Formigoni artefice del disastro, scontata la pena, vuol tornare in politica: glielo chiedono in tanti, dice.

Molti amministratori del sud perseguono l’obiettivo di perpetuare l’accesso ai fondi di coesione, assegnati per far uscire le loro Regioni da uno stato di bisogno. Il fine dei fondi è di non averne più bisogno, gli amministratori mirano a continuare ad averne bisogno. Poi non li sanno utilizzare (molti devono essere restituiti) oppure li usano per costruire cattedrali nel deserto che costano tantissimo e che non risolvono i problemi di quelle regioni. La Sicilia è a statuto speciale, e riceve ancora più soldi.

Come sono utilizzati? Siamo in democrazia. Se i siciliani vogliono Totò Cuffaro e i lombardi Fontana e li premiano plebisciti… che ne paghino le conseguenze. Ci sono differenze tra nord e sud, ma la qualità della classe politica espressa con il voto democratico non cambia gran che.

Se la popolazione vota persone di questo tipo, da nord a sud, è giusto che siano loro a reggere le sorti delle Regioni e del paese! Il principio di responsabilità prevede che chi vota una classe politica che porta alla rovina il territorio, poi ne pagherà le conseguenze. Che fare? L’uomo forte che impone il buon governo? Tutti i tentativi hanno dato pessimi risultati.

Negli anni Ottanta divenni amico di un pescatore. Come va? Male, va male. E di chi è la colpa? Del governo! Ah, e chi c’è al governo? I democratici! Per democratici intendeva la Democrazia Cristiana. E tu, alle elezioni, per chi voti? Io sono democratico: voto per i democratici. E di chi è la colpa se le cose vanno male? Dei democratici. E tu per chi voti? Per i democratici… sono democratico, no? Ma non è strano? Perché non voti per altri? Tanto sono tutti uguali. Ah, e se sono tutti uguali, tanto vale provarne altri, non trovi? Ma io sono democratico, e quindi voto per i democratici. Il cerchio logico si chiude, impenetrabile. Avrà ragione a dire che sono tutti uguali, ma almeno cambiamoli! Invece no, devono morire per non essere più votati!

Che si fa? Si toglie il diritto di voto a chi non supera un esame di logica? Non mi piace: si dovrebbe mirare all’elevazione culturale degli elettori. Vasto programma. Silvio Berlusconi ha lavorato nel senso opposto, con enorme successo. Quiz, tette, culi, canzonette e calcio, reality. Lo ha seguito anche la Rai, ed eccoci qua. I 5S hanno provato a ribaltare la situazione attraverso il voto, ci sono anche riusciti, per una breve parentesi, poi sono stati annientati dalla reazione di quella che due giornalisti de il Corriere della Sera chiamarono La Casta. Intanto la maggioranza degli elettori non vota più: tanto sono tutti uguali. La resa della democrazia.

Denunciare l’incapacità di valutare anche situazioni semplici (tipo quelle di cui discutevo con il mio amico pescatore) è pericolosissimo. Vedi? questi radical chic dicono che non hai gli strumenti per capire. Ti dicono che sei scemo. Tu non sei scemo, te lo dico io! io sono come te. Il gioco è fatto: a nessuno piace passare per lo sprovveduto che si fa truffare.

Spezzettare l’Italia in tante regioni autonome, anche fiscalmente, non risolverà il problema, visto che quasi tutte esprimono classi dirigenti che finiscono in gabbia, votatissime. Se il sistema attuale funziona male, il nuovo probabilmente funzionerà anche peggio. Andrà sempre meno gente a votare, e i pochi che ci andranno continueranno a eleggere i predatori. La malavita del sud si è espansa al nord, e fa ottimi affari con i politici locali. Prima o poi la corda si romperà. Non la romperà la Magistratura, nel mirino dei politici che non tollerano interferenze. Sarà l’economia a punirci.

Marx disse che la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa, e mi pare che, almeno fin qui, abbia ragione. Però l’applicazione delle sue soluzioni al problema non ha retto alla prova dei fatti. Dobbiamo inventarci qualcos’altro. Intanto le regioni funzionano male, e temo che con l’autonomia differenziata funzioneranno ancora peggio. La legge sul premierato prevede un uomo/donna solo/a al comando, ma di che? Ogni regione farà la sua politica. Stento a capire la logica, ma è sicuramente un mio limite.

Tornando alla frase di Marx, la tragedia è stata il fascismo, seguito dal malaffare scoperchiato da Mani Pulite e culminato con la farsa del berlusconismo. Come reazione abbiamo avuto il grillismo e ora la restaurazione del melonismo. La democrazia prevede che il popolo scelga gli “eletti”, il meglio del paese. Non rimpiango i politici del passato, e non mi piacciono quelli del presente, ma questo è quello che scaturisce dagli esiti elettorali. La colpa non è dei politici, è degli elettori, siano essi attivi o passivi. Continuiamo a farci del male e non riusciamo a esprimere una classe politica sana. Che garanzie ci sono che, con l’Autonomia Differenziata, ogni regione sceglierà persone competenti e oneste? Cosa ha impedito, fino ad ora, che questo avvenisse?

Parafrasando Jessica Rabbit, i politici ci dicono: non siamo cattivi, siete voi che ci scegliete così.