Ambiente & Veleni

Caccia selvaggia, consegnate in Senato le 55mila firme contro la legge spara-tutto: “Azioni del governo uguali alle richieste venatorie”

“Gli emendamenti presentati con il decreto legge Agricoltura stravolgono la normativa sulla caccia ormai non c’è alcuna differenza tra quelle che sono le richieste dei cacciatori e le azioni di Governo”. Così Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Costituzionali del WWF Italia, nel giorno in cui diverse associazioni ambientaliste (Animalisti italiani, Anpana, Cabs, Enpa, Gaia, Lac, Lav, Leal, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pro Natura, Rete dei Santuari di animali liberi e Wwf) hanno consegnato in Senato, raccolte tramite la piattaforma IoScelgo e con il supporto de Il Fatto Quotidiano, decine di migliaia di firme per dire no alla cosiddetta legge spara-tutto.

“Questo Governo vuole togliere il silenzio venatorio, il martedì e il venerdì – aggiunge Raimondo Silveri, presidente Lac, Lega Abolizione Caccia – autorizzare i richiami vivi considerandoli animali domestici. Chiunque potrà così tenere uccelli migratori, come i tordi, che fanno centinaia di chilometri e rinchiuderli in una gabbia a vita”.

Altri punti dolenti, dicono le associazioni, saranno i mezzi che verranno autorizzati come laser, puntatori per la caccia notturna, oltre alla possibilità di sparare ovunque anche nelle aree urbane e nelle riserve naturali. “Già siamo in procedura di pre-infrazione perché abbiamo violato due regolamenti (Reach sul piombo nelle munizioni e la direttiva uccelli) – dichiara Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle, anche lui presente alla consegna delle firme – a causa di questa legge sicuramente l’Italia andrà in infrazione e quindi i cittadini pagheranno più tasse”.