Quarant’anni fa, uscì “Brilliant Trees” di David Sylvian. Inutile girarci intorno… Lui non ha concepito brutti dischi, quindi è un album da consigliare e, se possibile, da esporre negli scaffali della vostra cameretta. Nel consueti nove punti di questo blog, nato nel 2011 sulle pagine de ilfattoquotidiano.it, oggi voglio dedicare spazio a questo album pubblicato esattamente quarant’anni fa, il 25 giugno 1984.
Iniziamo!
1. Esordio folgorante
Primo album solista di David Sylvian: “Brilliant Trees” segna l’inizio della carriera solista di Sylvian. È un cammino in solitaria che si distacca da quanto prodotto dai Japan, band seminale di un certo sentire, con la quale l’artista si affermò. Questo nuovo corso esplora orizzonti sonori differenti. Più che un debutto, è una dichiarazione di intenti; le convenzioni pop del periodo non trovano spazio, piuttosto viene accolta l’innovazione di certe atmosfere, orientate verso territori inesplorati dal Nostro.
2. Anime affini
Ryuichi Sakamoto: ovvero il compagno di viaggio ideale di Sylvian, capace di tradurre in musica la complessità delle sue visioni. Che cosa ne scaturisce? La risposta è semplice: un vero e proprio dialogo tra anime affini, in grado di creare sinfonie che parlano direttamente al cuore. Tale collaborazione fonde il talento compositivo di Sakamoto con la profondità espressiva di Sylvian, generando brani che risuonano con una bellezza intima e universale, capaci di trasportare l’ascoltatore in un viaggio emozionale senza precedenti.
3. Il mago
La magia per realizzarsi necessita della maestria in cabina di regia di Steve Nye, il quale confeziona un suono cristallino e avvolgente. Ogni traccia diventa un mosaico di dettagli, un microcosmo in cui perdersi e poi ritrovarsi. L’impeto creativo di Sylvian è sublimato dalla regia; Nye riesce a trasformare i brani in un’esperienza immersiva, dove ogni nota e ogni pausa sono perfettamente calibrate.
4. Il successo
“Brilliant Trees” conquista il pubblico britannico, raggiungendo il quarto posto nelle classifiche. Un successo che riflette un’accoglienza calorosa e un riconoscimento unanime del valore artistico dell’opera. Questo traguardo resta una pietra miliare nella carriera di Sylvian, dimostrando come l’approccio innovativo nonché la profonda espressività della cifra stilistica che lo definisce, abbiano trovato un vasto riscontro.
5. Il viaggio
Immaginate una tela su cui Sylvian dipinge suoni, le cui vibrazioni esplorano le profondità dell’animo umano. Ogni brano è un viaggio attraverso paesaggi interiori complessi, con temi esistenziali sostenuti da una produzione raffinata. Della serie: oltre la superficie esiste molto di più. Mettetevi comodi, lasciatevi avvolgere dalla musica e concedetevi il lusso di un ascolto attento e rilassato. Magari con un buon bicchiere di vino rosso. Saprete così regalarvi un viaggio di sola andata entro territori inesplorati dell’anima, regalandovi momenti di pura introspezione. Non ve ne pentirete…
6. Poesia visiva
La copertina è opera della talentuosa Yuka Fujii, è rivela un’istantanea in grado di catturare l’essenza dell’album. Uno scatto che evoca vera e propria poesia visiva, riflettendo un’intimità e una delicatezza che solo l’obiettivo di Fujii poteva cogliere. L’artista è nota anche per aver collaborato on artisti del calibro di Holger Czukay e Ryuichi Sakamoto. Fujii ha sempre saputo tradurre in immagini l’atmosfera sonora dei soggetti, conferendo a ogni progetto una dimensione visiva unica.
7. Un Alchimista Sonoro
Più che un genio, lo definirei un alchimista sonoro, capace di fondere diversi generi musicali in un amalgama perfetto. L’ascolto regala un’esperienza multisensoriale che sfugge a qualsiasi etichetta, creando un linguaggio musicale unico e difficilmente classificabile. E allora, cos’altro ci si può chiedere? In un mondo musicale dominato da rigide categorie, non è forse questa capacità di abbattere le barriere a generare la vera essenza della musica?
8. Il Mondo di Sylvian
Scopro che le versioni rimasterizzate offrono l’opportunità di riscoprire “Brilliant Trees” con una qualità sonora impeccabile. Immergersi in queste versioni significa vivere un’esperienza auditiva potenziata, riscoprendo la profondità e la ricchezza delle composizioni originali. Un invito a esplorare e lasciarsi avvolgere dalla magia del suono perfezionato. Tali versioni, sapranno restituire restituire ogni sfumatura del mondo di Sylvian? Secondo me, sì.
9. Riflessione finale
Mi chiedo: cosa penserà oggi David Sylvian di “Brilliant Trees”? Avrà la consapevolezza di aver realizzato un disco che è rimasto rilevante nel tempo? Quesiti che aprono ad uno spazio di riflessione sulla musica e più in generale sull’arte. Ad ogni buon conto, il disco, resta un capolavoro intramontabile che continua a incantare con la sua fusione di atmosfere eteree e profonde introspezioni emotive. Oggi, visto il maltempo che impera al Nord, sembra il disco perfetto da mettere sul piatto.
Vi lascio con la consueta playlist di nove canzoni. Buon ascolto.
9 canzoni 9 … di David Sylvian