La Procura di Padova ha aperto un’indagine preliminare, con l’ipotesi di omicidio colposo, per chiarire le circostanze della morte della psicologa Vera Slepoj. La professionista, 70 anni, nota per il suo impegno pubblico e politico, era stata trovata morta dalla governante il 21 giugno scorso, sul divano della sua abitazione. A innescare l’indagine la presentazione di un esposto da parte della famiglia. La famiglia hanno segnalato che la donna recentemente aveva dichiarato di sentirsi in salute, anzi in grande forma. In un primo momento le circostanze del ritrovamento del suo cadavere avevano fatto propendere per un malore fatale, ma i familiari hanno voluto vederci chiaro, alla luce delle sue dichiarazioni degli ultimi tempi.

Titolare del fascicolo d’indagine è il sostituto procuratore Francesco Lazzeri, il quale ha già disposto l’effettuazione dell’autopsia, che si terrà domani mattina. Dopo l’esame autoptico la Procura potrà dare il nulla osta al funerale, che per questo non era stato ancora fissato.

Originaria di Portogruaro (Venezia), Vera Slepoj si era laureata in Psicologia all’Università di Padova nel 1977, con una tesi sulla “Devianza e i meccanismi di controllo in una società attuale”. Nei primi anni Ottanta ha pubblicato il primo libro, “Capire i sentimenti”. La dimensione affettiva dell’essere umano era la sfera di interesse di cui si è sempre occupata, scrivendo diversi libri e partecipando spesso a trasmissioni televisive. Era stata inoltre presidente della Federazione Italiana Psicologi e dell’International Health Observatory, organismo dedicato alla promozione della salute mentale a livello globale.

È stata consigliere per l’Authority per il Volontariato dal 2000 al 2004 e dal 2002 al 2006 per il Ministro delle comunicazioni. Nella sua vita c’era stata anche un’esperienza amministrativa, come assessore alla cultura e ai musei della Provincia di Padova, tra il 1999 e il 2004. Nel 1999 si candidò per Alleanza Nazionale alle Europee e nel 2006 per il Senato nelle liste dell’Udc. Il 3 aprile scorso era stata chiamata dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a far parte del rinnovato Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo.

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