Piede destro aperto, stoccata al pallone e carezza all’incrocio dei pali. È la descrizione del gol di Mattia Zaccagni che è valso il pari contro la Croazia e soprattutto ha regalato all’Italia la qualificazione agli ottavi degli Europei 2024. Ma potrebbe essere il racconto di un’altra rete, che è tornata subito alla mente degli italiani: quella magia di Alex Del Piero che ha messo ko la Germania in semifinale ai Mondiali 2006. Il gol che ha portato gli azzurri di Lippi a Berlino, l’ultima tappa prima della finale vinta ai rigori contro la Francia. Questa Italia di Spalletti non ha conquistato una finale ma solamente il passaggio del turno. Il fatto che gli Europei siano di nuovo in Germania, però, basta per animare fantasie e speranze. In fondo, sognare non costa nulla.
Il paragone, come detto, è azzardato. Per Del Piero quei gol erano un marchio di fabbrica. Soprattutto, la rete arrivò contro i padroni di casa ai supplementari in una semifinale mondiale. Per Zaccagni invece si tratta del primo gol in azzurro ed è arrivato in una partita della fase a gironi contro una modesta Croazia. Dato il contesto, però, resta il fatto che i due gol si assomigliano parecchio, come hanno fatto notare in molti sui social. A partire dall’assist: perfetto quello di Gilardino tanto quanto quello di Riccardo Calafiori, trequartista improvvisato per sfondare il muro croato al 98esimo minuto di recupero. E poi il tiro: come fece Del Piero, anche Zaccagni ha scelto di calciare di prima senza cercare la potenza. Entrambi hanno disegnato con il destro una parabola deliziosa che ha concluso la sua corsa all’incrocio. Livakovic pietrificato come Lehmann. Istantanee che sanno di nostalgia, perché questa Italia di Spalletti per ora sembra non avere quasi nulla di quella del 2006. Ma chissà, certi gol ogni tanto invertono la rotta del destino. E questa analogia sa di buon auspicio. Sicuramente, non sarà piaciuta ai tedeschi.