Nonostante gli appelli dei medici e i casi di cronaca di interventi finiti male, però, il sottobosco di pratiche mediche abusive non accenna a sparire. Anzi, la domanda continua a crescere: perché?
Filler labbra per meno di cento euro, botox eseguiti in appartamenti in affitto senza competenze mediche né garanzie igieniche, farmaci scaduti o comprati su Internet. La corsa alla chirurgia estetica spinge sempre più persone a rivolgersi a strutture non autorizzate con la promessa di ottenere le tanto desiderate “russian lips” o i “foxy eyes” a prezzi stracciati. Chiudendo gli occhi sui rischi per la salute, oltre che sulle possibili complicanze: necrosi dei tessuti, infezioni e, nei casi più gravi, paralisi dei muscoli. Nonostante gli allarmi dei medici, anche in Italia si moltiplicano le strutture che offrono – senza alcun titolo né autorizzazione – trattamenti di medicina estetica. A volte sono saloni di bellezza, altre volte si tratta di sedicenti medici che eseguono le iniezioni in salotto o a casa delle clienti. Principalmente si tratta di filler e botox: il fatto che non richiedano bisturi, però, non significa che non siano atti medici a tutti gli effetti e che richiedono un ambiente sterile, attrezzatura adeguata e personale formato.
A Torino, nel 2022, i carabinieri hanno chiuso un parrucchiere-estetista che effettuava abusivamente trattamenti di medicina estetica. L’anno seguente, i Nas smantellarono uno ‘studio’ simile messo in piedi in un bed&breakfast. Un servizio (illegale) itinerante, che avrebbe fatto tappa a Roma e in altre città. A Viareggio, un finto chirurgo è stato denunciato per aver abusato della professione per oltre dieci anni, coinvolgendo centinaia di ignari pazienti. A marzo 2024, in provincia di Avellino è stata denunciata una donna che prescriveva ricette ed eseguiva botox con una laurea falsa in Medicina, chiedendo anche 5mila euro a intervento.
Storie simili si ripetono in tutt’Italia, da Nord a Sud, ma seguono un fenomeno ben radicato in tutto il mondo. I problemi sono molteplici: innanzitutto, la mancanza di competenze mediche. I professionisti preparati per eseguire i trattamenti di medicina estetica sono gli specialisti in Chirurgia Plastica. In Italia non esiste la Scuola di Specializzazione in Medicina Estetica, ma esistono corsi post lauream delle società scientifiche di medicina estetica riconosciute dal Ministero della Salute. La formazione è necessaria a valutare caso per caso, a consigliare i pazienti, a spiegare i pro e i contro e, una volta eseguito il trattamento, solo i professionisti sanno come gestire i possibili rischi e le eventuali complicanze.
Non di rado le denunce verso le strutture abusive sono partite da chi ha subito un danno dopo la punturina e non ha ricevuto alcuna assistenza. Sui social abbondano i racconti con tanto di foto: labbra tumefatte, gonfiore, pus e cicatrici. In questi casi, rivolgersi tempestivamente a un medico è necessario, ma a volte le conseguenze perdurano sul lungo periodo: per un’infiltrazione di botox eseguita male, infatti, non c’è un rimedio immediato. Se il botulino viene iniettato nel muscolo sbagliato l’unica possibilità è attendere la naturale degradazione del prodotto. La BBC ha recentemente riportato la storia di una donna del Northumberland che si è affidata a una sedicente infermiera per il botox (praticato in un appartamento) e non è riuscita ad aprire un occhio per quattro mesi.
Le strutture non mediche, inoltre, non garantiscono spesso le condizioni igieniche necessarie. Nei casi più gravi, le indagini hanno dimostrano l’uso di farmaci scaduti o mal conservati o, addirittura, il riutilizzo di siringhe e aghi: già dieci anni fa il NICE – Centre for Public Health Excellence inglese aveva lanciato l’allarme sul rischio di infezioni legate alla crescente richiesta di iniezioni nei saloni di bellezza. Internet ha reso estremamente facile comprare attrezzatura e medicinali aggirando le normative: online si trova di tutto, ma senza garanzie su cosa ci sia davvero nelle fiale. Accanto al farmaco tossina botulinica autorizzato dal Ministero della Salute, infatti, esiste un fiorente mercato “parallelo” di prodotti non autorizzati e di versioni contraffatte dei prodotti autorizzati, venduti a prezzi stracciati.
L’ultima frontiera è il fai-da-te: dopo il lockdown sono esplosi i tutorial online che spiegavano come usare le hyaluron pen o hyalu-pen, dispositivi che sfruttano la pressione per ‘sparare’ senza aghi l’acido ialuronico nel derma. Una pratica pericolosissima da fare a casa, che può causare ecchimosi, infezioni o danni agli occhi. Nonostante gli appelli dei medici, gli interventi dei Nas e il moltiplicarsi di casi di cronaca, però, il sottobosco di pratiche mediche abusive non accenna a sparire. Anzi, la domanda continua a crescere. I prezzi bassi giocano un ruolo determinante, invogliando soprattutto i più giovani a sacrificare la sicurezza pur di spendere una frazione di ciò che chiederebbe una clinica. Inoltre, chi opera in queste strutture accondiscende molto facilmente alle richieste dei pazienti, senza porre obiezioni. Né di fronte all’età, né di fronte all’aspetto innaturale dei trattamenti più richiesti sui social: sopracciglia molto arcuate, zigomi pieni, labbra ‘rovesciate’ all’indietro. Per non parlare dei trattamenti anti-rughe “preventivi” richiesti sempre prima, anche a vent’anni. Sicurezza, competenza, professionalità e formazione hanno un costo: se il prezzo di un filler è troppo basso, probabilmente sarà il viso a pagarne le conseguenze.