di Raffaella Camiletti

Quasi un mese fa, rimbalzò sui social di tutte le testate, l’abbandono di una sedicenne sul G.R.A. da parte della madre che non avrebbe tollerato un brutto voto in Latino. Poi ci fu la smentita della ragazza; probabilmente qualche avvocato le ha fatto notare che la madre si è beccata una denuncia grave e le avrà paventato carcere, casa-famiglia, assistenti sociali e quant’altro. Sta di fatto che la ragazza ha ritrattato dicendo di aver inventato tutto. Saranno le indagini ad accertare la verità, dunque.

Resta però un fatto gravissimo: i commenti feroci degli utenti social. Contro la madre, si penserà. Anche, ma i più crudeli contro la figlia. Alcuni ironizzano sulla viabilità del G.R.A, altri invocano la “sana educazione” di una volta (che sa tanto di “quando c’era lui i treni partivano in orario”), qualcuno manderebbe i figli a raccogliere pomodori (a tal proposito sarebbe interessante sentire cosa ne pensano della fine di Satnam Singh) e poi applausi alla madre e vari auguri di ritrovare il rispetto perduto, magari dimenticato proprio sul G.R.A.

Viene da chiedersi da dove venga tanta cattiveria nei confronti di una ragazzina e se gli elogi alla madre siano stati scritti da genitori. In tal caso quanti bambini e quanti ragazzi rischiano la stessa sorte della sedicenne romana? Questo è un tema importante perché ci riguarda tutti; crescere giovani in un contesto di minacce e punizioni eccessive contribuisce a creare una società violenta e sempre meno empatica; ne abbiamo bisogno? Al di là del fatto che i genitori sono liberi di educare i figli come meglio credono, che fine ha fatto la solidarietà? come si può applaudire l’abbandono di una minorenne su una strada così tanto pericolosa?

Che il fatto sia veramente successo o no, quei commenti detestabili e pericolosi ci raccontano una storia di ignoranza ed evidenziano la drammatica assenza di nuovi valori condivisi. Stay human!

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