Julian Assange è libero e, proprio in queste ore, è in aereo. Destinazione Isole Marianne Settentrionali, nel Pacifico, dove, atterrerà oggi, alle 21 (ora locale). Ad attenderlo ci sarà un giudice americano che dovrà decidere l’approvazione dell’accordo per il suo rilascio. Il volo che è partito ieri da Londra è stato pagato di tasca propria dal co-fondatore di Wikileaks ed è costato 500mila dollari (circa 465.800 euro). A riportarlo è sua moglie, Stella Assange ai media internazionali. Non solo. Stella ha aggiunto che ci sarà anche una campagna di raccolta fondi e su X, nel frattempo, sta spopolando l’hashtag #AssangeJet per non perdere di vista il volo dell’attivista australiano.

“Per favore, dobbiamo avere tutti gli occhi sul suo volo nel caso che qualcosa vada storto“, scrive Stella sul suo account X, precisando che il marito “è a bordo del volo VJ199“. L’aereo – continua Stella – “è atterrato a Bangkok e presto decollerà di nuovo per entrare nello spazio aereo americano“. E Sull’account di Wikileaks sono state pubblicate anche delle nuovo foto del 52enne australiano. Intervistata da Pa Media, la moglie di Assange ha poi reso noto che sul volo charter, partito dall’aeroporto londinese di Stansted, stanno viaggiando, oltre a suo marito, anche un avvocato di Wikileaks, un rappresentante del governo australiano e un medico. “Julian sta pagando per il volo – sottolinea la moglie – e quindi lanceremo una campagna di raccolta fondi”.

Una tappa, quella in Thailandia, necessaria per fare rifornimento. E la conferma era arrivata questa mattina da un alto funzionario thailandese: “Il volo atterrerà intorno alle 11.50” ora locale (le 7 circa in Italia). “È previsto il rifornimento di carburante e acqua prima di partire alle 21 per l’isola di Saipan“, aveva aggiunto un’altra fonte coperta da anonimato. Proprio nel territorio Commonwealth degli Usa, Assange comparirà in tribunale, mercoledì prossimo, alle 9 (ora locale), dove presenterà una dichiarazione di colpevolezza per solo uno dei 18 capi d’imputazione a suo carico. E a presiedere l’udienza, come scrive il Saipan Tribune, ci sarà il giudice federale degli Stati Uniti, Ramona V. Manglona.

Un calvario giudiziario quello del 52enne australiano, durato 14 anni da quando, nel 2010, la sua creazione Wikileaks pubblicò documenti statunitensi – circa 700mila – secretati ricevuti dalla ex miliare Chelsea Manning sui crimini di guerra americani. Da lunedì scorso, però, l’attivista è di nuovo libero dopo cinque anni ininterrotti di carcere di massima sicurezza a Londra, dove ha atteso che la giustizia britannica decidesse della sua sorte. Il rischio maggiore per il co-fondatore di Wikileaks era quello di essere estradato negli Usa dove rischiava una pena fino a 175 anni di carcere. Una battaglia legale che, secondo sua moglie, non è finita: Assange infatti chiederà in futuro la grazia alla Casa Bianca.

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