Mini-repulisti nella Lega di Matteo Salvini. Il Consiglio federale del partito, riunito a Roma al palazzo dei gruppi della Camera, ha espulso l’ex parlamentare Paolo Grimoldi e il consigliere regionale veneto Gabriele Michieletto, esponenti della fronda nordista che si oppone al segretario-vicepremier. “Le segnalazioni sono emerse su indicazione dei territori, per tutelare lo straordinario e generoso impegno di migliaia di militanti che per troppo tempo hanno assistito a polemiche strumentali, inutili e dannose contro la Lega. Tutti i membri del Consiglio federale si sono espressi a favore”, comunica una nota.

Il più noto tra i due sanzionati è Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda, deputato per quattro legislature e dal 2022 coordinatore del “Comitato Nord“, la corrente anti-salviniana che si ispira al fondatore del partito Umberto Bossi. Qualche mese fa, insieme ad altri 21 dissidenti, aveva scritto a Salvini chiedendo di non candidare alle Europee il generale Roberto Vannacci, recordman di preferenze nelle liste leghiste. Ed è stato proprio lui, alla vigilia delle urne, ad annunciare la scelta clamorosa di Bossi di votare per Forza Italia, e in particolare per Marco Reguzzoni, storico esponente leghista candidato come indipendente con gli azzurri.

Nessun provvedimento è stato invece preso nei confronti dello stesso Bossi, che non è iscritto alla Lega per Salvini premier – il partito subentrato nel 2019 alla Lega nord – pur essendo attualmente un deputato del gruppo che ne porta il nome. Quelle di Grimoldi e Michieletto non sono le prime espulsioni dei “nordisti” dal Carroccio: lo stesso destino era toccato a marzo all’ex eurodeputato e segretario della Liga veneta Gianantonio Da Re, che aveva dato a Salvini del “cretino”.

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