Decisione storica della Corte Suprema d’Israele che all’unanimità ha stabilito che nessun quadro giuridico permette al governo di “concedere esenzioni totali dal servizio militare agli studenti ortodossi delle scuole religiose”. Secondo i giudici, quindi, il governo non può continuare a dare istruzioni all’esercito e al Ministero della Difesa di non provvedere a tali disposizioni. Una sentenza che rappresenta un cambiamento epocale nei rapporti tra esecutivo e popolazione ultraortodossa e che rischia di scatenare tensioni nei quartieri più religiosi, dove la battaglia sull’esenzione dalla leva e sul diritto alle sovvenzioni statali va avanti da decenni.

La decisione della Corte Suprema rappresenta un altro duro colpo per il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu, caratterizzato dalla presenza di formazioni ultrareligiose contrarie all’arruolamento dei giovani ortodossi. Smacco che diventa più pesante se si tiene conto che i giudici hanno anche stabilito che l’esecutivo non può “fornire sostegno finanziario agli studenti delle scuole religiose che studiano” al posto di essere arruolati. La Corte tuttavia non è entrata nel dettagli su come, in base alla sentenza, applicare questa legge così come è attualmente o sul numero degli studenti ortodossi che potrebbero essere arruolati. Attualmente le stime parlando di circa 67mila giovani.

Esulta, invece, il Movimento per la qualità del governo, principale ricorrente alla Corte Suprema sul tema del servizio militare, che parla di “uno storico trionfo dello Stato di diritto e del principio della parità degli oneri del servizio militare”. Il gruppo ha così chiesto al governo e al ministro della Difesa, Yoav Gallant, di procedere subito alla leva per i giovani ortodossi: “La discriminazione nel servizio militare non poteva continuare ed è arrivato il momento dell’uguaglianza”.

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