"Patto con i calciatori? Questa è una cosa che le hanno detto dall'interno. Evidentemente non vogliono il bene della Nazionale"
“Ma che domanda è se tu vai fuori? Ma che ho paura? Altrimenti venivo come voi a vedere le partite e facevo un altro lavoro. Ho la possibilità di acquistare un biglietto, anzi me lo danno gratis. Ho perso tantissime partite in vita mia e non si ha paura di perdere, è una cosa normale. Ma perché anticiparci ciò che poi può avvenire?”. Polemico e infastidito: si presenta così il ct Luciano Spalletti nella conferenza stampa postpartita. Dopo il pareggio per 1-1 contro la Croazia – che ha regalato all’Italia la qualificazione agli ottavi di finale di Euro2024 – l’allenatore della Nazionale non ha gradito alcune domande.
Paure o preoccupazioni? Spalletti non le vuole nemmeno nominare. “Fanno parte di questo lavoro. Io sono uno che vuole bene a tutte le persone che incontra, se poi vedo che delle persone mi prendono di mira allora divento una belva. Al sorteggio eravamo tutti lì a dire che non siamo stati fortunati. Stasera poteva vincere anche la Croazia perché è una squadra forte. Dopo poi si fanno le analisi, è corretto, ma non dobbiamo prenderci per il c**o se si perde una partita. Io non sono un tipo invidioso, io voglio solo fare bene il mio lavoro e non voglio ancora più pressione di quella che già ho addosso e vi assicuro che ne ho già tantissima”.
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“Patto con i calciatori? Lei lo dice perché lo sa da qualcuno”
Quello che più ha sorpreso è stato il cambio di formazione rispetto alle prime due gare. In conferenza, c’è chi ha parlato di “patto” sancito con i calciatori. La risposta del ct non si è fatta attendere: “Mi parla di patto, ma lei quanti anni ha? Io ho 65 anni, le mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza. Lei lo dice perché è quello che le hanno detto. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema? Non si prenda delle licenze che non sono sue, sono debolezze di chi racconta le cose. C’è un ambiente interno e un altro esterno e se nell’ambiente interno c’è chi racconta le cose non vuole bene alla Nazionale. Qual è la qualità della scoperta in questo caso qui? È una cosa normalissima. Io ho fatto la tesi a Coverciano sul 3-5-2, poi gliela faccio vedere. Patto perché? Alla fine eravamo sei calciatori offensivi e l’abbiamo tenuta in equilibrio. Noi abbiamo già giocato così ma la qualificazione è meritata per quello che s’è visto in campo, per ciò che s’è visto nel primo e nel secondo tempo il passaggio è meritato. Voi avete detto a me che era il girone della morte, non l’ho detto io”.