Un po’ Blade Runner e un po’ manga, si tratta di una metropoli proiettata sullo sfondo di un ledwall di 12 metri x 9 metri
Una scenografia virtuale per la Turandot. A poche ore dalla prima dell’opera di Puccini al Teatro alla Scala di Milano, la novità all’orizzonte non sarà l’acuto per il “vincerò”, ma la Pechino dark 3D in realtà virtuale. Un po’ Blade Runner e un po’ manga, si tratta di una metropoli proiettata sullo sfondo di un ledwall di 12 metri x 9 metri. Insomma, una scena che diventa opera d’arte immersiva digitale. Accanto al ledwall centrale sarà presente anche un altro ledwall circolare trasparente dove verranno proiettate le riprese di materiali in hyperslowmotion: liquidi, terre, petali, inchiostri e foglie ripresi a 1400 frame al secondo all’interno di una sfera per creare un effetto sospeso nel tempo che saprà incantare il pubblico. Le scenografie di questa Turandot sono ideate e progettate dall’azienda D-Wok. Il team aziendale diretto da Paolo Gep Cucco, affianca il celebre regista, scenografo, attore e scrittore, Davide Livermore.