Addio a un intellettuale apprezzato per il suo acume analitico e le sua simpatia umana. È morto lo storico Francesco Maria Biscione: avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 30 dicembre. Nato a Parma nel 1954, cresciuto a Tivoli e poi residente a Roma, è stato un appassionato militante del Partito comunista e a quella dimensione guardava sempre con lo sguardo dolente e nostalgico: redattore dell’Enciclopedia Treccani, consulente della commissione Stragi guidata da Giovanni Pellegrino, si era dedicato allo studio del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro dando una impronta interpretativa rimasta solida e fondamentale per capire quel traumatico passaggio della nostra storia collettiva.

Biscione ha riversato la sua analisi della crisi attraverso il racconto del tramonto della Prima Repubblica segnato dal caso Moro. Con il fortunato Il memoriale di via Monte Nevoso a Milano (edito da Coletti) e poi con Il sommerso della Repubblica (Bollati Boringhieri) ha delineato la perdita di un orizzonte comune e il disorientamento seguito all’assassinio dello statista della Dc. Continuava ad aggiornare la bibliografia della vicenda nel sito dell’Archivio Flamigni con cui ha curato la mostra per il centenario della nascita di Moro, dedicandosi alla scrittura di testi intensi e mai banali. “Nel caso Moro vengono giocate contemporaneamente due partite. L’attacco allo Stato sferrato dalle Br avviene all’interno di una partita più grande in cui sono coinvolte forze visibili e forze occulte, poteri interni e internazionali. L’intero quadro, 44 anni dopo, non è stato ancora interamente ricostruito”, aveva dichiarato in un’intervista al nostro giornale nel maggio del 2022.

Scavando poi nella P2 e nel mondo della massoneria aveva scritto due anni fa Dal golpe alla P2, ascesa e declino dell’eversione militare 1970-75 (Castelvecchi), inizio di un percorso di analisi che avrebbe portato nuove riflessioni. Di recente aveva dedicato molte energie ad un saggio su Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia: amava il primo, non il secondo. ‘Perché Pasolini aveva a cuore le istituzioni, come noi comunisti’, ha detto a chi scrive nell’ultima chiacchiera telefonica. Lo piangono oggi la comunità di ricercatori e amici con cui amava intrattenersi a lungo. Lascia sua moglie Letizia e sua figlia Irene. L’ultimo saluto a Biscione é previsto venerdì prossimo dalle 10 alle 13 presso la camera mortuaria del San Camillo a Roma.

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